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Immigrazione: verso una normativa comune Ue

Una relazione del Parlamento europeo propone una legislazione unitaria per la gestione dei fenomeni migratori

di Redazione

Gestire l’immigrazione a livello nazionale sulla base di una normativa comune europea: lo propone il Parlamento europeo in una relazione, approvata il 3 ottobre a Strasburgo, su una comunicazione della Commissione e del Consiglio dei ministri (COM(2000) 757 ? C5-0100/2001 ? 2001/2047(COS) riguardante una politica comunitaria in materia di immigrazione.

Le disposizioni adottate in passato in materia di immigrazione erano intese in via prioritaria ad arrestare il flusso migratorio. I cambiamenti avvenuti di recente nella situazione economica, sociale e demografica degli Stati membri, soprattutto in relazione al rallentamento della crescita demografica e ad un marcato aumento dell’età media della popolazione, nonché ad una carenza di manodopera in determinati settori professionali, hanno spinto a ritenere che tali misure sono ormai inadeguate ed è necessaria una riflessione su una nuova politica da applicare.

Secondo quanto sostiene l’Europarlamento, bisognerebbe innanzitutto operare una chiara distinzione tra i diversi gruppi di immigrati, ovvero tra lavoratori migranti, richiedenti asilo e profughi temporanei, ai quali andrebbero applicate disposizioni giuridiche diverse. L’ammissione dei lavoratori migranti dovrebbe avvenire in maniera controllata in base alle necessità e alle possibilità di ciascuno Stato membro, in particolare per quanto riguarda il fabbisogno di manodopera, l’andamento demografico e le possibilità di integrazione, ma anche tenendo conto dell’interesse dei paesi terzi che potrebbero essere esposti alla cosiddetta “fuga dei cervelli”. I cittadini immigrati dovrebbero non soltanto poter circolare liberamente all’interno dell’Unione, come effettivamente avviene, ma anche essere realmente integrati sia dal punto di vista sociale che professionale. Finora, sottolinea il Parlamento, i permessi di lavoro e di insediamento di tali cittadini sono considerati validi soltanto nei rispettivi Stati di emissione.

Per questo motivo la legislazione europea dovrebbe fornire un quadro complessivo flessibile che si occupi di definire le condizioni di accesso e di soggiorno dei lavoratori immigrati, del rilascio dei visti, della mobilità all’interno dell’Unione europea dei cittadini in possesso di un permesso di soggiorno, tenendo conto dell’impatto dell’allargamento sui movimenti migratori e del problema degli immigrati irregolari strettamente connesso a quello del lavoro clandestino. E, per garantire un’accoglienza e un inserimento più corretti e più efficaci degli immigrati, cittadini e funzionari pubblici dovrebbero essere adeguatamente informati sul fenomeno dell’immigrazione e sugli obiettivi delle politiche nazionali ed europee.

Info: www.europalex.it

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