Welfare

Troppo poveri per mantenerli, i figli in orfanotrofio

Ormai è un fenomeno di massa: nel paese ellenico l'80% dei minori ospitati in istituto non è orfano, ma ha una famiglia che non riesce a dar loro da mangiare. E nelle scuole non si fa più ginnastica: i bambini sono troppo deboli

di Gabriella Meroni

Tragedia greca. Non usa mezzi termini il Daily Mail nel raccontare l'ennesimo, scioccante effetto della crisi economica che ha messo in ginocchio il paese ellenico: l'abbandono, consapevole, dei figli. Proprio così: visto che non hanno di che sfamarli, molti genitori, anche un tempo appartenenti alla classe media, hanno scelto di collocare i figli negli orfanotrofi perché possano almeno avere una vita dignitosa e qualcosa da mangiare tre volte al giorno.

E' la storia disperata, per esempio, di Alexandros e Olga Eleftheriadou (nella foto con due dei figli), un tempo titolari di un negozio di pizza al taglio ma oggi disoccupati, che hanno scelto di collocare i loro tre figli maggiori presso il centro di accoglienza Zanneo di Atene, mentre i due più piccoli vivono ancora a casa con loro, che possono contare su un sussidio di appena 400 euro al mese. I ragazzi vivono al centro dal lunedì al venerdì, e i genitori vanno a prenderli per il weekend; secondo la madre, che racconta di aver preso l'estrema decisione dopo aver cercato di sopravvivere in sette anche con la pensione della nonna, "è stata una decisione durissima, soprattutto all'inizio", mentre adesso, dopo un anno, è sollevata perché i bambini sono sereni e gli insegnanti del centro sono contenti di loro.

La scelta della famiglia Eleftheriadou non è un caso isolato. Secondo alcune associazioni non profit che si occupano di infanzia, circa l'80% dei minori in istituto in Grecia vivono la stessa situazione, mentre il 10% dei bambini greci è a rischio malnutrizione, e in molte scuole le lezioni di educazione fisica sono state abolite perché i ragazzi sono "troppo deboli" per sostenerle. E la crisi non accenna ad allentare la morsa. Nel paese circa un terzo della popolazione adulta è senza lavoro, un dato che sale al 65% tra gli under 25; gli stipendi sono calati del 30% in quattro anni e le tasse sono aumentate a dismisura nel disperato tentativo di rimanere nella zona euro.

SOS Villaggi dei bambini cinque anni fa aveva in carico 47 famiglie, oggi sono diventate 900, e l'organizzazione sta aprendo centri di accoglienza in tutto il paese: "A volte i bambini arrivano in condizioni tali che faticano perfino a parlare", testimonia un operatore, mentre si cominciano a registrare casi di disordini mentali causati dallo scarso apporto di cibo.

Nel centro Zanneo si raccontano altre storie di disperazione: una famiglia ha dovuto lasciare quattro figli dai sei ai 14 anni quando il padre è stato arrestato in seguito ai debiti contratti dopo il fallimento del suo ristorante; una bambina di 11 anni ha fatto il suo ingresso accompagnata dalla madre vedova e disoccupata, e gli operatori hanno accolto diversi neonati abbandonati sui gradini della struttura e perfino una bambina di due anni sul passeggino a cui era stato attaccato un biglietto che diceva "Non verrò a prenderla perché non posso mantenerla. Per favore fatelo voi".
 


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