Famiglia

Ora il 114 è a rischio chiusura

«Se non ci saranno proroghe il servizio per noi finisce il 30 giugno» avvisa Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro che gestisce il numero di Emergenza Infanzia.

di Antonietta Nembri

114. Siamo ai titoli di coda? Il rischio è reale come rivela Ernesto Caffo presidente di Telefono Azzurro, la onlus che negli ultimi dieci anni ha gestito il numero di emergenza minori. «Abbiamo consegnato la domanda per il bando (il termine ultimo era il 13 giugno, ndr.).  Il servizio per noi finisce tra dieci giorni, il 30 giugno» dichiara il professor Caffo.

Come avevamo scritto (vedi nelle correlate) anche il Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Vincenzo Spadafora, dopo l’appello di Telefono Azzurro di dieci giorni fa sul bando che dimezzava i fondi a disposizione e che riduceva a un solo anno la durata della convenzione per la gestione del 114 aveva detto di volerci vedere chiaro. E in una lettera indirizzata al capo dipartimento per le Pari Opportunità, spedita ieri, infatti, chiede di avere «chiarimenti circa le motivazioni» che hanno portato «a parità di condizioni e modalità di svolgimento del servizio, una significativa riduzione dell’importo del contributo erogato dall’amministrazione».
Alla missiva al momento non è ancora arriva risposta. Come nessuna risposta hanno ottenuto gli appelli di Telefono Azzurro.

«C’è amarezza» confida il professor Caffo. «Abbiamo scritto al ministro Josefa Idem, al Garante e ad altri, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta».
Per il presidente di Telefono Azzurro il rischio chiusura è concreto. «Come presidente di una onlus, ma allo stesso tempo come cittadino sono preoccupato per questa situazione che si è venuta a creare: sono cambiati i capi dipartimento, c’è ancora confusione sulle deleghe e questo fa sì che nessuno risponda ci troviamo in una situazione di vacatio che è preoccupante perché, se non ci sarà nessuna proroga, tra dieci giorni mi vedrò costretto a interrompere il servizio». Anche se il servizio del 114 venisse in base al bando riassegnato a Telefono Azzurro, non ci sarebbero i tempi tecnici per evitare una interruzione del servizio.
Questa constatazione per il professor Caffo porta anche un’altra amara riflessione: «Se il non profit è trattato in questo modo e penso anche alla vicenda del 5 per mille, c’è qualcosa che non funziona, non è lo stile di uno stato maturo».
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