Cultura

È la stampa, bellezza!

La giornalista che copia raggiunta su Facebook ammette tutto e alle rimostranze ti apostrofa come frustrato. È successo davvero. Perchè, come spiega lei stessa, «si lavora così»

di Lorenzo Alvaro

«O sei un saccente o sei un frustrato. Vedi tu. In ogni caso non ne esci bene. Chi non sa ridere di sé non sa ridere in generale e vivrà sempre con amarezza». Questo è solo l'ultimo post di Livia Ermini, giornalista (forse collaboratrice) di Repubblica.

Sembra una frase insulsa. Il perchè è interessante lo capirete dopo. Il fatto è che è rivolta al sottoscritto.

Livia Ermini infatti è una vecchia conoscenza. L'avevamo già resa famosa con una news indignata sul sito in cui si sottolineava come la giornalista avesse copiato pari pari una nostra inchiesta su i fondi diretti all'Emilia terremotata per pubblicarla a suo nome su il Venerdì.

A suo tempo chiesi l'amicizia alla Ermini e le scrissi in privato (volevo essere delicato) del perchè avesse copiato senza citare le fonti. Nessuna risposta.

Oggi per caso mi è caduto l'occhio su un suo contributo online. Su Facebook la nostra ironizzava sulla traccia della maturità dedicata a Magris e sugli studenti che non lo conoscono dicendo anche che «poi dicono che i ragazzi sono moderni e progressiti…e comunque l'analisi del testo si deve poter applicare ad un qualsiasi testo una vota conosciuti gli strumenti…..giovani siete più bigotti di noi parrucconi quarantenni».

Lo ammetto. È stata una debolezza. Ma non ho resistito e le ho commentato un po' acidamente «eppoi basta copiare. o no?».

 

Livia non ha risposto alla provocazione. Non direttamente. Ma poi ha scritto sul suo profilo un nuovo stato: «c'è gente che si prende molto sul serio…specie alcuni giornalisti di sedicenti riviste di solidarietà sociale…che si affremano grazie ai commenti benevoli dei loro supporter fb…ma basta..ma fatevi una risata..maiali e maiale….è la stampa bellezza». Riferito evientemente a me e a Vita, per cui lavoro.

Ma qui arriva il bello. Io commento cercando di farle capire che non è bello quando si viene derubati del proprio lavoro.

Ecco la risposta incredibile: «Ma si te lo avrei detto, ma figurati… solo che io poi ho chiamato e fatto le mie verifiche con protezione civile e Governatori e non solo copiato come dici tu… sai quante volte dai miei pezzi hanno preso spunto altri colleghi… per questo dico che ormai si lavora così».

Si lavora così! Nero su bianco. A Repubblica copiano. È una sorta di codice non scritto al Gruppo Espresso a quanto pare. Rubano il lavoro di quei poveretti che invece faticano in “sedicenti riviste di solidarietà sociale” e giù risate. È la stampa bellezza. E se non ridi? Sei un frustrato.

I commenti li lascio a voi lettori. Ma mi permetto una nota personale visto che sono io quello tacciato di frustrazione. Un amico della Ermini le scrive «Livia, non cadere anche tu!». E lei: «da mo' che so caduta caro Ale…sono prostrata e frustrata….non faccio manco più la ghost… mi serve una bella vacanzaaaa».

Siamo all'autoironia involontaria. Ora si, lo ammetto, mi sto facendo una risata.


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