Welfare

Donne, l’alfabetizzazione digitale è non profit

Crescono le non-profit per abbattere il "soffitto di cristallo" dell’industria high-tech e insegnare alle donne i principi della programmazione software. Dopo le Girl Geek Dinners, arriva in Italia Girls in Tech

di Ottavia Spaggiari

Il futuro è di chi sa programmare. Se il vostro lavoro dipende da internet , conoscere la chiave della programmazione rappresenta un vantaggio competitivo non indifferente. Nessuno lo sa meglio di Adda Birnir, giovane ex giornalista, felicemente prestata al mondo dello sviluppo software, oggi CEO di Skillcrush, l’organizzazione americana che si occupa dell’alfabetizzazione digitale femminile, perché mentre continua a crescere la domanda di sviluppatori, le donne che si avvicinano alla programmazione sono ancora pochissime.  “Nel 2008 lavoravo per una grossa testata e mentre in redazione licenziavano diverse persone, agli sviluppatori veniva dato l’aumento. “ Spiega Birnir. “E’ stato allora che ho imparato a programmare. Scrivere codici mi ha anche aiutato a trovare nuovi lavori redazionali.” Un’opportunità concreta che però sembra molto difficile da cogliere.  “Abbiamo fondato Skillcrush perché le donne sono sotto rappresentate nel mondo della programmazione, che continua a sembrare molto chiuso e molto maschile.” Skillcrush offre corsi online di vari livelli per avvicinare le ragazze, e non solo, al mondo dello sviluppo, organizzando anche diverse hackaton (maratone di programmazione) in giro per l’America.

Ed è proprio negli Stati Uniti che non-profit come Skillcrush si stanno moltiplicando per promuovere la presenza femminile nel mondo high-tech, perché se la programmazione oggi rappresenta un’asset critico, per affermare la propria carriera e, perché no, arrivare ai vertici, le donne non possono rimanere indietro. Sono proprio un gruppo di donne manager provenienti dalle punte di diamante della Silicon Valley, da Twitter a Google, le fondatrici di Girls who code,  l’associazione che organizza corsi di programmazione e sviluppo per ragazze nelle scuole superiori delle zone più critiche degli Stati Uniti. Fornire strumenti digitali per migliorare la propria condizione, è anche l’obiettivo di Girl Develop It e Black Girls Code: mentre la prima promuove l’alfabetizzazione digitale di donne provenienti da diversi paesi del mondo, la seconda si concentra sulla formazione di bambine e ragazze  afroamericane, dai 7 ai 17 anni.

Se negli Stati Uniti le donne laureate in informatica sono meno del 20% , in Italia la situazione non è migliore. Secondo una ricerca del 2011 condotta da Mind the Bridge, solo il 3% delle startup è guidato da donne. E’ proprio per promuovere la presenza femminile nell’impresa digitale che arriva anche in Italia Girls in Tech, l’associazione internazionale fondata nel 2007 a San Francisco che è presente in 33 città del mondo. Attive già da qualche anno nel nostro paese anche le Girls Geek Dinners, delle cene periodiche organizzate in varie città, dedicate alle donne appassionate di tecnologia. Lo scopo è quello di far conoscere e unire le donne che lavorano nel settore, contribuendo la creazione di una vera e propria comunità.


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