Famiglia

Infanzia, Giovannini promette nuovo osservatorio

Alla presentazione odierna del VI Rapporto di monitoraggio del Gruppo CRC è intervenuto il ministro Giovannini. Per le 82 associazioni c'è un grave disinvestimento del welfare sull'infanzia

di Sara De Carli

Primo, la creazione di un sistema di monitoraggio permanente delle politiche sociali, sul modello di quello già predisposto per il mercato del lavoro, per capire quanto le politiche attuate a livello nazionale, regionale e comunale, incidono concretamente sulla condizione dei soggetti più deboli. Secondo, l’avvio delle procedure per la ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, scaduto a novembre 2012 e non più rinominato. Sono queste le due promesse che il ministro Enrico Giovannini ha fatto oggi sul tema minori, in occasione della presentazione del VI Rapporto CRC di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione dei diritti dei bambini in Italia.

Al rapporto hanno lavorato 113 operatori delle 82 associazioni del Gruppo CRC. Il primo allarme riportato nel report riguarda i fondi destinati alle politiche per l’infanzia e l’adolescenza: il fondo servizi prima infanzia è passato dai 100 milioni del 2008 agli zero del 2013, mentre il fondo infanzia e adolescenza, di cui beneficiano solo le 15 città riservatarie ex legge 285/97, è sceso da 43,9 a 39,6 milioni di euro. Un secondo punto critico è il fatto che, anche per il venir meno di risorse economiche ed umane, in Italia oggi «è in discussione il diritto di un minore a crescere in una famiglia»: il rapporto evidenzia un «grave disinvestimento del welfare italiano in interventi di sostegno, accompagnamento e riattivazione della famiglia di origine» e una «progressiva riduzione degli interventi di prevenzione, cura della comunità locale, implementazione della coesione e delle reti sociali, causando interventi tardivi, spesso emergenziali e segnati da grave disagio socio-relazionale, la cui presa in carico avviene quasi esclusivamente a seguito di un provvedimento del tribunale dei minorenni». Un terzo allarme è la situazione di «abbandono istituzionale” dei neomaggiorenni fuori famiglia.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA