Politica
Vogliono il 2 per mille, ma sul 5 per mille i partiti fanno flop
Sono diverse le fondazioni legate ai partiti che già chiedono il 5 per mille ai contribuenti con risultati davvero poveri. Uno stralcio del dossier che trovate su VITA in edicola da venerdì 7 con tutti i numeri e le tabelle dell'edizione 2011 della firma più amata dagli italiani
Non perdetevi il numero di Vita in edicola da venerdì, un dossier di 16 pagine dedicate al 5 per mille 2011. Molto istruttivo, anche sui partiti. Mentre il Parlamento torna a ragionare su una nuova forma di finanziamento ai partiti, immaginando una sorta di 2 per mille da destinargli, ci sono già diverse fondazioni esplicitamente legate ai partiti iscritte agli elenchi del 5 per mille. I partiti insomma si stanno attrezzando, più a sinistra che a destra a dire il vero (Costruiamo il futuro, la fondazione del ministro Maurizio Lupi, per esempio sta a zero firme). I risultati? Per il momento scarsi, considerando che la palma del vincitore della “classifica politica” spetta a Italianieuropei, la fondazione di Massimo D’Alema (in foto), che conta appena 138 firme.
Sul tema Pellegrino Capaldo già lo scorso autunno aveva promosso una proposta, che ora torna a ribadire: «occorre riformare il finanziamento pubblico ai partiti con un sistema di crediti di imposta da riconoscere alle sole persone fisiche del 95% fino a un massimo di 2mila euro, con la possibilità di sostenere non solo i partiti ma anche le istituzioni che promuovono cultura politica con almeno 300 soci, garantendo così la possibilità di essere rappresentati nelle istituzioni anche a forme diverse dai partiti. Con questo sistema chi versa 2mila euro a un partito o a un'istituzione di cultura politica può portare in dichiarazione dei redditi un onere deducibile di 1.900 euro. Così a fronte dei 2mila euro versati l'esborso effettivo diventerebbe di 100 euro». La Fondazione Per una Nuova Italia ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare con questi contenuti, che ha già raccolto oltre 400mila firme.
Leggi l'editoriale di Riccardo Bonacina sul tema
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.