Politica
Bonomi: il 2 per mille ai partiti, inutile e sbagliato
«Politica e sociale vivono due crisi che stanno però sullo stesso terreno. E se non si arriva a una sintesi, si avranno solo morti e feriti da una parte e dall’altra»
Anche la politica arriva a chiedere la firma sulla dichiarazione dei redditi degli italiani? L’ipotesi proposta nel ddl del Governo sta raccogliendo molte perplessità e anche molta inquietudine nelle organizzazioni di Terzo settore. Vita ha sentito Aldo Bonomi, autore sul prossimo numero del magazine di una interessante e approfondita analisi sul fenomeno 5 per mille.
Che cosa non la convince della proposta del Governo?
Non mi convince il fatto di mettere in concorrenza due crisi: quella sociale e quella della politica. Infatti, è chiaro che il vecchio schema secondo cui la politica era cosa dello stato mentre il sociale era sempre più terreno del Terzo settore non tiene più. Politica e sociale vivono due crisi che stanno però sullo stesso terreno. E se non si arriva a una sintesi, si avranno solo morti e feriti da una parte e dall’altra.
In che modo ci si può arrivare?
La risposta è dentro la crisi, che propone già una metamorfosi: la politica deve concepirsi come risorsa sociale. Solo così è logico che attinga alle donazioni dei cittadini. Ma questo, ha come conseguenza che si arriva a una forma di sincretismo, di cui lo stesso ridisegno del welfare dovrà tenere necessariamente conto. La politica non è oggetto esterno, ma anche interno al welfare stesso.
In che senso, scusi?
Che per rilegittimarsi deve essere esito della comunità che viene, deve essere interna alle dinamiche della ricomposizione sociale. Matura dentro le nuove forme di convivenza. Altrimenti è prodotto da laboratorio o logica partitica, destinata a ricevere solo rifiuto dalle persone. Mi sembra chiaro che l’antipolitica ha stravinto, qualunque forma prenda.
E quali scelte possono portare in questa direzione?
Non sono io a poterlo dire. Certo c’è una condizione sine qua non: è la sobrietà. Con la crisi epocale che stiamo vivendo, quella è un’opzione obbligata.
Quindi no al 2 per mille…
A queste condizioni è un errore. Non risolve nulla e crea una concorrenza che rischia di essere dannosa per tutti, anche per i partiti stessi.
Su questo tema leggi l'editoriale di Riccard Bonacina
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