Cultura

Vecchi giornali, un caffè vi salverà

Nonostante la rivoluzione digitale, i quotidiani continuano a perdere lettori. Come fermare il declino? Il Guardian rompe con il virtuale e apre un bar a Londra, dove il pubblico può incontrare i giornalisti e navigare gratis sul web. Ma in America c'è chi ci aveva già pensato. Finendo pure sulle guide gastronomiche

di Gabriella Meroni

Basta con la realtà virtuale, soprattutto nei media. I giornalisti devono piantarla di stare tutto il giorno su twitter e sugli altri social media e tornare a sporcarsi le suole di polvere, a cercare storie, a stare a contatto con "la gente". Sì, ma come fare senza fare un salto indietro nel tempo e gettare alle ortiche tablet e wi-fi? Al Guardian hanno avuto un'idea: aprire un bar e piazzarci dentro i giornalisti.

Proprio così: nel modaiolo sobborgo londinese di Shoreditch, a poca distanza dalla sede del quotidiano, lo scorso 29 maggio ha aperto i battenti un nuovo caffè, chiamato non a caso #GuardianCoffee, che nelle intenzioni del direttore del Guardian Alan Dusbridger è e sarà "una redazione aperta" dove chiunque potrà entrare e ordinare un caffè e qualunque delle altre cose che si trovano normalmente in un bar, e i giornalisti lavorare, fare interviste, incontrare i lettori.

Certo non è un caffè qualunque: dentro i tavoli sono incardinati iPad, alle pareti ci sono infografici, ovviamente il wi-fi è potentissimo e il caporedattore digitale Joanna Geary promette di farlo diventare il proprio ufficio almeno per metà della giornata lavorativa. Inoltre manca completamente un "arredo" tradizionale dei pub inglesi e non solo: un quotidiano di carta a disposizione sul bancone del bar.

In Gran Bretagna non sono mancate le ironie, soprattutto da parte dei giornali concorrenti che non hanno avuto per primi l'idea: c'è chi si è chiesto per esempio se al bar del Guardian si potrà ordinare un caffè "nero" (a causa della nota propensione al politicamente corretto del quotidiano liberal), qualcun altro ha scommesso che visti gli stipendi percepiti dai baristi (oltre 50mila sterline l'anno) molti giovani cronisti squattrinati diranno addio al computer per dedicarsi a preparare cappuccini.

Ma si sa, ogni novità porta scompiglio, soprattutto nel mondo dell'informazione, perennemente a caccia di fondi e nuovi lettori. E comunque il #GuardianCoffee non è il primo locale pubblico gestito da un quotidiano: nel Connecticut, il quotidiano locale Register Citizen di Torrington gestisce dal 2010 una redazione aperta al pubblico in cui è attivo un servizio di ristorazione e caffetteria, i cittadini possono navigare in internet gratis e anche partecipare alle riunioni di redazione, soprattutto se hanno storie di cronaca da raccontare in presa diretta (ne aveva scritto anche il New York Times).

Un esempio seguito nel 2011 dal Winnipeg Free Press di Manitoba, in Canada, che pure è proprietario di un bar chiamato News Cafe, dove i giornalisti non solo pranzano ma organizzano incontri ed eventi live, fanno interviste a personaggi famosi e politici e mantengono i contatti con i lettori; il caffè ha molto successo anche per la qualità del cibo servito, tanto da essere finito, con ottime recensioni, in una app che recensisce i locali pubblici della città. Vuoi vedere che il futuro dei giornali è appeso a una tazzina di caffè?
 


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