Welfare

I sogni a colori dei ragazzi immigrati

Questa sera a Milano una mostra e uno spettacolo per incontrare i ragazzi immigrati accolti alla Casa della Carità

di Redazione

Si chiama “In viaggio” la serata speciale di arte, musica e teatro nata dalla stretta collaborazione tra Casa della Carità e IBVA. L’appuntamento è per questa sera, 30 maggio, ore 19.30 in via Calatafimi 10 a Milano.
La serata si articolerà in due momenti. Nella prima parte si terrà l'inaugurazione di una mostra all'interno della quale verranno esposte le opere realizzate nel corso di un laboratorio di arte-terapia dai minori stranieri non accompagnati ospiti della Casa della carità. «Sono delle tele con il nome di Dio, con le chiese, con le moschee, con dei cuori e delle biciclette, con le oche e i cavalli, ricordo della vita lasciata oltremare. Sono le loro storie dipinte a due, a quattro, a otto mani», spiega il gallerista Jean Blanchaert che si è appassionato al progetto e ha curato l'esposizione. Il secondo appunamento, a partire dalle 21, è uno spettacolo teatrale con Leonardo Gazzola e i Tricudai, Adalberto Ferrari, Daniele Longo e Roberta Zanisi.

M. aveva 16 anni quando si è imbarcato per l’Italia. Lavorava la terra ad Asiut, nel basso Egitto. Ma sapeva già di non voler passare tutta la vita curvo su una zappa, su una terra che non avrebbe mai potuto dare cibo per tutti. Come lui tanti dei ragazzi accolti alla Casa della Carità di Milano hanno avuto il coraggio di sfidare il mare da adolescenti, forti del diritto di “sognare a colori”. Le loro storie sono raccontate su ViaVai, la rivista della Casa della Carità, e sulle tele esposte nella mostra “In viaggio”. Che hanno gli stessi colori di quei sogni, anche dopo l’impatto duro con la realtà.

Peppe Monetti è responsabile dell’accoglienza in Casa della Carità. Dice che «all’inizio eravamo tutti spiazzati, faticavamo a stabilire una relazione. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. La nostra è una relazione che supera i pregiudizi e le incomprensioni reciproche. Qui la chiamiamo “relazione ad oltranza”».

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