Non profit

Caro Grasso, chi sapeva ha già parlato

Dopo il servizio de Le Iene il presidente del Senato sembra cadere dalle nuvole. Ma tutto era già alla luce del sole. Come dimostra la documentazione di Vita a partire dalla Campagna No Slot

di Lorenzo Alvaro

Ha destato molto scalpore un servizio de Le Iene. Un'intervista che raccoglie la denuncia anonima di un assistente parlamentare che denuncia la corruzione sulla partita dei giochi d'azzardo legalizzati. L'informatore assicura che ci sarebbero molti senatori e deputati a libro paga di multinazionali e lobbisti. «Ci sono le multinazionali – ha raccontato la gola profonda – che ogni mese per mezzo di un loro rappresentante fanno il giro dei palazzi, sia al Senato che Camera: incontrano noi assistenti e ci consegnano dei soldi da dare ai rispettivi senatori e onorevoli». L’obiettivo, ha spiegato sempre la fonte anonima, è «far sì che quando ci sono degli emendamenti da votare, i senatori e gli onorevoli li votino a favore della categoria che paga». Operazioni che prevedono una sorta di tariffario: «Per quel che mi riguarda, conosco due multinazionali, una del settore dei tabacchi e un’altra nel settore dei video giochi e delle slot machine ed entrambe elargiscono una 1.000 euro e un’altra 2.000 euro ogni mese». La tariffa «cambia a seconda dell’importanza del senatore e quindi, se è molto influente, sale fino a 5.000 euro». Per quanto riguarda poi, ha detto ancora, «le sale Bingo, si sono formati due gruppi, partecipati sia da uomini del centro sinistra che da uomini del centro destra. I due gruppi fanno capo ad ex ministri del centro sinistra».  
«Chi sa qualcosa sui parlamentari pagati farebbe bene a denunciare questi comportamenti gravissimi» è stata la reazione del presidente del Senato ed ex procuratore anti mafia Piero Grasso.

Ma si tratta veramente di uno scoop?

Il servizio de Le Iene in realtà non scoperchia alcun vaso di Pandora. Era tutto alla luce del sole. Più di sei mesi fa infatti, era il 19 dicembre 2012, ci fu il celebre sfogo dell'allora ministro della Salute, Renato Balduzzi.  Sfogo dovuto ad un blitz notturno dei senatori Pdl, Gilberto Tommaso Picchetto Fratin e Anna Cinzia Bonfrisco che, di nascosto, riuscirono ad inserire nel decreto uno norma per l'apertura di 100 nuove sale per giocar a poker. «Una vergogna. Che ci induce a ripetere quanto avevamo scritto due settimane fa: fatevi guardare in faccia. Abbiamo il diritto di conoscere chi progetta Bisca Italia. E chi ci si arricchisce», fu il commento al vetriolo del ministro. Non un portaborse anonimo, né un parlamentare qualunque. Proprio un ministro della Repubblica Italiana che dice senza mezzi termini come il Parlamento sia sotto scacco di lobbies. Ma la stampa tace.

Il giorno successivo, su Vita.it, esce un'intervista a Daniele Bosone, parlamentare del Partito Democratico, membro della Commissione Sanità e presidente della Provincia di Pavia nonché firmatario del Manifesto No Slot (proposto da Vita e Casa del Giovane di Pavia) che per spiegare lo "scivolone” del giorno prima sulle sale da poker dice: «Ci sono evidentemente forti spinte esterne che si fa fatica a contrastare anche a causa di comportamenti politici poco virtuosi». Difficile immaginare come poter essere più chiari.

L'11 febbraio scorso invece, proprio a Palazzo Madama, presso la sala Caduti di Nassyria, Matteo Iori, presidente Conagga – Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo, ha presentato il documento “Politica e gioco d’azzardo: poche luci e molte ombre” (allegato in versione integrale).

Il documento fa una panoramica dei rapporti tra esponenti politici e società di gioco d'azzardo. Si legge ad esempio che «l’On. Gianfranco Miccichè, ex Vice Ministro per l’Economia nel governo Berlusconi, nel luglio 2002 a Sisal Tv sostenne che “Il gioco non è pericoloso se è legale”». Dichiarazione che va a braccetto con quella di «un altro ex Vice Ministro dell’Economia, Vincenzo Visco dell’Ulivo, nelle linee guida 2007-2009 della politica fiscale parlò chiaramente di “sviluppare e consolidare l’industria del gioco” attraverso alcune modalità fra cui: “ampliare le reti distributive per l’accesso al gioco remoto”. E persino l’allora Premier Silvio Berlusconi, il 30 marzo 2011, a Lampedusa disse: “io condivido l’idea che Lampedusa possa essere anche sede di un casinò”». C'è poi spazio per il sindaco di Roma la cui sorella «Gabriella Alemanno, era direttrice dei Monopoli di Stato. Gianni Alemanno da Ministro delle Politiche Agricole e Forestali concesse un mutuo da 150 milioni di euro all’Unire, l’ente che gestiva il business dell’ippica in Italia e nel 2008 ricevette una donazione da 60mila euro dalla Snai per il sostegno al suo comitato elettorale a sindaco della capitale».
Non basta. Il capitolo Snai è molto cospicuo. «Nel 2006 finanziò con 150mila euro la Margherita, nel 2007 finanziò con 30mila euro l’UDC, nel 2008 finanziò con 45mila euro i DS tramite Ugo Sposetti, nel 2009 finanziò con 45mila euro il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo».

Ma Iori va oltre e ricorda che «fra i nomi che passano dalla politica ai giochi d’azzardo, è bene ricordare anche Francesco Tolotti. Tolotti fu un Onorevole dell’Ulivo di particolare rilievo per l’industria del gioco, in quanto grazie all’impegno suo e degli Onorevoli Nannicini e Vannucci (Ulivo), di Salerno (La Destra) e Gioacchino Alfano (Forza Italia), il 6 dicembre 2007 fu presentato e approvato un emendamento che modificò il comma 6° dell’articolo 110 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (che è il riferimento normativo a cui sottostanno le slot machine)». Un mattone fondamentale per permettere l'odierno proliferare delle slot machine.

Nella sua presentazione insomma il presidente di Conagga fa nomi e cognomi. racconta retroscena e   strane relazioni. Tutto nero su bianco. Ancora tutto alla luce del sole.

 


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