Famiglia
Se i bambini rimangono senza futuro
Save the Children: Italia agli ultimi posti in Europa per opportunità, prospettive e competenze dei minori. Un dossier allarmante e una campagna per scuotere le coscienze (e la politica)
Nel centro storico di Roma e Milano sono comparse sui muri sagome di bambino di cartone con frasi 'mi hanno rubato l'aria pulita', 'mi hanno rubato la mensa scolastica', 'mi hanno rubato una casa tutta mia'…
E in effetti i numeri non lasciano scampo: in Italia quasi il 29% di bambini sotto i 6 anni, pari a 950.000 circa – vive ai limiti della povertà tanto che il nostro paese è al 21esimo posto in Europa per rischio povertà ed esclusione sociale fra i minori 0-6 anni. E il 23,7% vive in stato di deprivazione materiale. L'Italia è 22esima in Europa per giovani con basso livello d’istruzione – il 28,7% tra i 25 e i 34 anni (1 su 4), per dispersione scolastica, pari al 18,2% di under 25. Inevitabile, quindi, che il 25% degli adolescenti italiani pensi che il proprio futuro sarà più difficile rispetto a quello dei propri genitori e 1 ragazzo su 4 (il 23%) pensa o spera di andare all’estero per assicurarsi un’opportunità; l’80% dichiari di aver fatto delle rinunce causa crisi.
È il drammatico scenario che emerge dal nuovo dossier di Save the Children “L'isola che non sarà” diffuso da Save The Children insieme alla indagine “Le paure per il futuro dei ragazzi e genitori italiani” e realizzata per l'Organizzazione da Ipsos, in occasione del lancio della campagna Allarme infanzia, a sostegno dell'infanzia a rischio in Italia.
Attraverso di essa, dal 20 maggio al 5 giugno l’Organizzazione denuncerà il gravissimo deficit di futuro delle giovani generazioni e chiederà una massiccia mobilitazione dell’opinione pubblica affinché le istituzioni mettano in campo interventi urgenti e strutturali in favore di minori e giovani, sempre più minacciati nel diritto ad una vita dignitosa.
Il furto di futuro viene raccontato in una serie di ritratti di bambini che denunciano il furto attraverso alcune frasi (“Mi hanno rubato la terza media”, “Mi hanno rubato la mensa a scuola”), che in questi giorni si sono visti oggi su migliaia di macchine e sui muri di Roma e Milano, o mostrate dai volontari di Save the Children in altre 14 città italiane: una guerrilla metropolitana per descrivere la gravità della condizione di bambini e giovani e suscitare una reazione, invitando tutti a moltiplicare l’allarme denunciando il furto di futuro con una proprio messaggio sul sito www.allarmeinfanzia.it. Si può inoltre seguire la campagna su #allarmeinfanzia.
“Per quantificare il furto di futuro che si sta commettendo ai danni delle giovani generazioni, Save the Children ha utilizzato 12 indicatori Eurostat che permettono di comparare le chance dei bambini italiani con quelle dei loro coetanei europei . Il risultato, riassunto in 5 mappe e classifiche dei 27 paesi dell’Ue, compresa l’Italia, è deprimente”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia. “Considerando i diversi indicatori, il nostro paese si posiziona per 7 volte oltre il ventesimo posto in classifica. Un posizionamento molto negativo che Save the Children ha tradotto in una mappa sintetica in cui l’Italia appare di dimensioni molto ridotte rispetto alle attuali, a indicare la perdita di futuro per i bambini e adolescenti, rispetto ai quali stanno peggio solo i minori di Bulgaria e Grecia”.
“Il generale impoverimento delle giovani generazioni va in parallelo con una colpevole e annosa disattenzione nei loro confronti, che si sta traducendo in una gravissima privazione di prospettive, in una parola, di futuro”, continua Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia, “Cancellare il futuro di bambini e giovani significa compromettere il futuro dell’intero paese”.
Due terzi dei genitori dichiarano di avere in qualche misura dovuto fare i conti con la crisi (66%). Tra le famiglie in difficoltà in italia, 6 famiglie su 10 hanno deciso di non chiedere aiuti esterni (e, quindi presumibilmente di prelevare dai risparmi, oppure di smettere di risparmiare), tra le altre, la famiglia allargata resta la prima risorsa per chiedere e ottenere un sostegno (29% dei genitori). La percentuale sale tra i ragazzi, probabilmente perché la congiuntura economica negativa si traduce per loro in molte rinunce, piccole e grandi, che ne amplificano l’impatto. E povertà economica, spesso significa anche povertà d’istruzione: uno smacco per tanti genitori, eco di un passato che sembrava alle spalle, è l’ammissione – per il 31% di madri e padri – di non poter pagare l’università ai propri figli, i quali dovranno trovarsi un lavoro per contribuire (secondo il 22% dei genitori intervistati), oppure bisognerà fare un prestito (9%).
Da qui le proposte di Save The Children per tentare di invertire la rotta: un piano specifico e articolato di contrasto alla povertà minorile, che preveda al suo interno alcune misure prioritarie come l’estensione della carta d'inclusione sociale per l'acquisto di beni essenziali, non solo a quei nuclei con figli, in situazione di povertà estrema ma a tutte le famiglie a basso reddito con minori in difficoltà; un piano d'investimento a favore dell'istruzione pubblica, per tenere aperte le scuole con attività educative anche il pomeriggio e per garantire, senza ulteriori costi per le famiglie, l'insegnamento delle materie curricolari e i servizi di trasporto e mensa gratuiti per le famiglie più in difficoltà. Un nuovo piano per l'utilizzo dei Fondi europei che concentri le risorse sullo sviluppo non solo delle infrastrutture fisiche ma anche del “capitale umano”, a partire dal potenziamento dei servizi alla prima infanzia.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.