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Benetton firma l’accordo sul lavoro sicuro (era ora)
Mentre la conta finale delle vittime del crollo del Rana Plaza arriva a 1125 persone, arriva l'impegno della multinazionale italiana. Soddisfatta Femca Cisl: "Ora però si intensifichi il controllo dei subappalti e nasca un fondo di Solidarietà. La sicurezza è un tema che il G8 deve farsi carico"
Una firma importante, anche se tardiva perchè arriva dopo una tragedia e dopo aver negato ciò che le fotografie hanno poi dimostrato. Benetton sottoscrive l’accordo Fire and Building Safety promosso dalla piattaforma di associazioni, ong e della rete di sindacati IndustriALL, unendosi così ad altre multinazionali che lavorano o danno lavoro in quelle zone per promuovere un lavoro più dignitoso e sicuro. “E’ un passo importante, perché è un accordo vincolante, molto più del codice di condotta che tra l’altro Benetton aveva già firmato con noi anni fa”, spiega Sergio Gigli, Segretario generale Femca Cisl, “peccato sia arrivato dopo la tragedia del crollo del Rana Plaza di Dacca, che ha causato 1125 morti”.
La Femca esprime viva soddisfazione per questo risultato che si augura verrà presto accompagnato da fatti concreti come la realizzazione del Fondo di Solidarietà a favore delle famiglie vittime del crollo del Rana Plaza. “Ora però bisogna andare avanti, servono atti ancora più stringenti, per affrontare prima di tutto il tema delle esternalizzazioni”, continua Gigli, “a oggi la trasparenza arriva fino al primo passaggio, quello tra multinazionale e appaltatrice dei lavori, però il successivo subappalto spesso non viene controllato come si deve, come si evince dalla strage di Dacca”. Il prossimo obiettivo è rappresentato dall’allargamento delle adesioni all’Accordo che ad oggi vede la partecipazione di alcune tra le maggiori aziende europee di produzione e distribuzione, anche alle altre aziende italiane che avevano produzioni nelle aziende ospitate al Rana Plaza di Dacca. “Mancano all’appello molte multinazionali, come Calvin Klein e Disney”, specifica il segretario generale della Femca. “E comunque non solo le multinazionali si devono attivare, ma tutto il sistema, a cominciare dal G8: sono questi i temi importanti a livello mondiale”.
La firma di Benetton è un sospiro di sollievo anche per i promotori della Clean clothes campaign, Campagna abiti puliti: “Il cuore dell’accordo” spiega Deborah Lucchetti, portavoce italiana della Campagna, “è l’impegno delle imprese internazionali a pagare per la messa in sicurezza degli edifici, unitamente ad un ruolo centrale dei lavoratori e dei loro sindacati. Solo attraverso una diretta partecipazione dei lavoratori del Bangladesh sarà possibile costruire condizioni di lavoro sicure e mettere la parola fine a tragedie orribili come quella del Rana Plaza”.
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