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Crickett: un’azienda che produce giocattoli letali

L'azienda propone fucili per bambini. 4mila le armi vendute dall'inizio della produzione fino al dramma di Caroline Starks

di Lorenzo Maria Avaro

È di ieri la notizia che un bambino americano di 5 anni, in Kentucky, ha ucciso la sorellina di 2 anni con un fucile calibro 22 progettato specificatamente per bambini che gli era stato regalato e con cui sparava abitualmente. La madre dei bambini si trovava in veranda quando ha udito lo sparo e si è precipitata in casa.

Secondo il medico legale Gary White, intervistato dal giornale locale The Lexington Herald-Leader, si è trattato di un incidente. La polizia ha detto che la bambina, identificata dal medico legale come Caroline Starks, è stata trasportata in ospedale dove è stata dichiarata morta.

Una tragedia prevedibile
L'arma con cui il bambino ha ucciso la sorellina è un lungo fucile calibro 22 progettato apposta per i bambini. A produrli è la Crickett Firearms (in copertina uno spot che pubblicizza il prodotto), sezione dedicata ai minori dell'azienda Keystone Sporting Arms, nata nel 1996 in Illinois. Da allora l'azienda ha prodotto e venduto oltre 4mila di questi fucili. Negli Stati Uniti cioè ci sono altro 3999 minori armati.

Come le Barbie, ma uccidono
Fino a ieri l'ipotesi che si potessero armare i bambini, in occidente e in uno stato democratico, era fantascienza. Oggi, dopo la tragedia statunitense, scopriamo un'agghiacciante verità: quello dei calibro 22 è qualcosa di molto simile al mercato delle Barbie. Come per i giocattoli tradizionali questi piccoli fucili vanno incontro ad ogni desiderata dei bimbi. Si possono scegliere diversi colori, impugnature e design. A questo si aggiunge una lunga lista di accessori. Si va dal mirino di precisione alle custodie, azzurre e rosa a seconda del sesso, fino agli occhiali protettivi e ai bersagli di carta. I prezzi delle armi non sono esposti sul sito, ma in rete il modello più costoso tocca i 211 dollari (160 euro).

Le lacrime di coccodrillo
Oggi negli States si rincorrono le dichiarazioni di chi si dice scioccato e colpito dalla tragedia. Il 18 aprile scorso però il Senato americano respinse, su fortissime pressioni della National Rifle Association, il decreto targato Barack Obama per l'introduzione di regole e verifiche più stringenti sulle vendite online e alle fiere di settore di armi. Quello di ieri è infatto solo l'ultima di una lunghissima serie di eventi drammatici che hanno visto come protagonista le armi da fuoco e la loro estrema reperibilità in America.  Gli stessi che si sono opposti in ogni modo ad un maggior controllo sugli armamenti oggi piangono lacrime di coccodrillo

 

 

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