Politica

Il mio Governo non è un canto del cigno ma un nuovo inizio

Il premier incaricato, nel suo discorso al Parlamento prima del voto di fiducia, volta pagina rispetto ai tecnici. «Non devono esistere generazioni perdute, investiamo sui giovani». All'interno anche il link al discorso integrale

di Lorenzo Alvaro

Pur sentendo il “Peso dei miei limiti e delle responsabilità”, il premier Enrico Letta promette sin da oggi di usare “Il linguaggio soversivo della verità”.

«La prima verità, la situazione economica è ancora grave, il grande sforzo di risanamento di Monti è stato solo una premessa. Viviamo in un'Europa in crisi di legittimità e efficacia proprio quando i suoi cittadini ne hanno più bisogno. Bisogna andare verso l'Europa federale altrimenti sarà il fallimento», così ha iniziato il suo discorso al Parlamento Enrico Letta, dopo i saluti istituzionali.

Un discorso fitto di punti programmatici, forse troppi per un Governo che il premier ancora definisce “Temporaneo e di serrvizio al Pese”.  
«Le politiche per la ripresa non possono più attendere», ha sottolineato, «la vulnerabilità individuale si trasforma in rabbia come dimostrano i fatti di ieri, senza crescita e coesione l’Italia è perduta, ma tutti devono esserne motore».

Ecco allora l'elenco programmatico.  «Ridurre tasse sul lavoro, qello stabile e quello dei giovani neoassunti», e ancora «nuove politiche sulla casa, anche sulla prima casa con lo stop ai pagamenti Imu da questo giugno per dare tempo al Parlamento di disegnare una riforma complessiva della materia»

C'è spazio anche per la «situazione carceraria intollerabile», e per i giovani, «non devono esistere generazioni perdute! Rinunciare a investire su di loro significa la decrescita infelice e il suicidio economico. Volgere il disagio in speranza, come ha detto Papa Francesco i giovani devono avere grandi obiettivi. Noi dobbiamo metterli nelle condizioni di poterlo fare».

Poi è il turno delle 2G: «Nomina di Cecile Kyenge significa passare dalla barriera alla speranza di una società dell’integrazione», e della scuola «dare entusiasmo e mezzi idonei agli educatori: in Italia una nuova questione sociale, solo il 10% con il padre non laureato riesce a laurearsi».

Letta ha anche annunciato un «piano pluriennale per la ricerca finanziato con bond europei», e intervento in aiuto alle «piccole e medie imprese che sono il vero motore dello sviluppo di questo Paese». Lotta anche ai lacci burocratici: «più semplicità, la burocrazia non deve deprimere la voglia di fare dobbiamo rivedere in toto il sistema di autorizzazioni».

A questo punto Letta aggredisce il tema del lavoro. «La grande tragedia di questi tempi sarà la priorità del mio governo: il lavoro. Senza crescita anche gli interventi urgenti non basterebbero» si sente il bisogno di «fiducia reciproca per imprese e lavoratori».  
Una apertura anche al Movimento 5 Stelle con «forme di reddito minimo su famiglie bisognose e con figli».

Spazio anche ad un omaggio «agli uomini e donne che tengono unito questo Paese, dai servitori dello Stato agli operatori della cura sino al volontariato al Terzo settore, alla galassia del 5 per mille», concludendo con una menzione speciale alla Protezione civile.

Letta poi cala un asso inatteso. «Dobbiamo inaugurare una fase nuova nella vita della Repubblica, non un canto del cigno ma un modo nuovo di concepirci come comunità. Ma se vogliamo questo bisogna fare una forte autocritica non comprendendo come le legittime istanze di cambiamento e partecipazione fossero opportunità per il migliore funzionamento della nostra democrazia rappresentativa. Autorevolezza di chi non ha più il monopolio delle informazioni ma ha il coraggio della verità e capacità di distinguere il vero dal falso. Per dare un esempio, il primo atto del Governo sarà quello di eliminare lo stipendio dei ministri parlamentari che esiste da sempre in aggiunta alla loro indennità di parlamentari».

Letta annuncia anche due riforme fondamentali: «l'abolizione del bicameralismo perfetto e riforma della legge elettorale». E l'abolizione della legge dei rimborsi elettorali.

In conclusioni Letta cita Davide è invita a deporre le armi e cercare l'unità.

Qui il discorso di Enrico Letta in versione integrale


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