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Consulta Salute Mentale: no alla riapertura dei manicomi

Il Coordinamento ha espresso la sua contrarietà al ddl che vuole riformare la legge Basaglia e invoca il sostegno del Progetto Obiettivo

di Benedetta Verrini

“La Consulta ritiene che la situazione attuale di inadeguatezza non vada affrontata con modifiche della legge 180 che, come le proposte in discussione alla Camera, rischiano di reintrodurre una logica di emarginazione della persona con gravi disturbi psichici, considerata, in modo scientificamente arbitrario, pericolosa per sè e per gli altri e da escludere dalla società”. Con un lungo comunicato, la Consulta Nazionale per la Salute Mentale ha espresso oggi la sua netta opposizione al tentativo di riforma della legge Basaglia – la famosa legge 180 che più di vent’anni fa ha messo la parola fine ai manicomi in Italia – in questi giorni in discussione alla Camera.

Il coordinamento che raccoglie Funzione Pubblica Cgil, Psichiatria Democratica, UNASAM, Arci, Cittadinanza Attiva e Caritas (come invitato permanente) ha messo a fuoco in una riunione i disegni di legge proposti da Maria Burani Procaccini (FI) e Antonio Cè (Lega), che si trovano al vaglio della Commissione Affari Sociali della Camera. I provvedimenti puntano a istituire un trattamento farmacologico obbligatorio per i malati “su richiesta di chiunque ne abbia interesse” (e con l’autorizzazione di uno psichiatra), e la creazione di strutture di ricovero residenziali, che rappresenterebbero, nella pratica, nuovi manicomi.

“Le evidenze scientifiche e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità – continua il comunicato – sostengono la validità della psichiatria di comunità, che si ispira ai principi della legge 180: territorio e ambiente di vita, oltre ai diversi aspetti biologici, psicologici e sociali della malattia mentale. Se l’obiettivo è una integrazione sociale e sanitaria, centrata sulla persona oltre che sulla malattia, offrendo anche opportunità di casa e di lavoro, c’è allora bisogno che le esperienze positive di attuazione del Progetto Obiettivo diventino realtà su tutto il territorio nazionale”.

La Consulta chiede al ministro della Salute e alle Regioni di sostenere e rilanciare il Progetto Obiettivo tutela della salute mentale, anche attraverso il rinnovo dell’impegno di destinare anche per il 2001 almeno il 5% dei Fondi sanitari regionali per le attività di promozione e tutela della salute mentale. Al Parlamento richiede invece il rifinanziamento, nella Finanziaria 2002, del Fondo per la Salute mentale, già istituito l’anno scorso con la somma di 20 miliardi, oltre all’approvazione della legge sull’Amministratore di sostegno.

Info: utenti.tripod.it/cozzam/index.htm

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