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Miliardi al non profit. Alla faccia del deficit

Il presidente alle prese con un buco di bilancio senza precedenti sceglie di aumentare i fondi pubblici al terzo settore, soprattutto per sanità e scuola. Previsto invece un taglio alle agevolazioni fiscali per i donatori più ricchi. Per far ripartire l'economia

di Gabriella Meroni

Il buco nel bilancio dello Stato è grosso? Per chiuderlo non è obbligatorio chiuedere il rubinetto dei fondi al terzo settore. Anzi: aprirli ancora di più vuol dire far ripartire l'economia e combattere la povertà, oltre che investire sul capitale umano.

Parla molto del non profit il nuovo progetto per il bilancio dello Stato 2014 presentato dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama giovedì 11 aprile. Il budget presidenziale, che vale 3,78 trilioni di dollari, sul terzo settore tiene una linea chiara: molti più fondi statali alle organizzazioni che si occupano di sanità e scuola, tagli alle deduzioni per i donatori con i redditi alti, e incentivi alle associazioni che possano dimostrare l'efficacia della loro azione. Il presidente non si è risparmiato, dedicando proprio allo sviluppo del non profit bend tre pagine della relazione che ha accompagnato il budget.

Inutile dire che il punto più contestato è proprio quello relativo ai vantaggi fiscali per i ricchi, che si vedrebbero così meno invogliati a devolvere parte del loro patrimonio a fini sociali. La proposta Obama mira infatti a tagliare le deduzioni portandole al 28% dall'attuale 35%.

Ma vediamo la pars construens, che pure è cospicua. Innanzitutto il presidente propone di aumentare i fondi al Corporation for National and Community Service, che gestisce gli AmeriCorps (una sorta di servizio civile) fino ad arrivare a 1,06 miliardi di dollari. L'altra direttrice verso la quale si muoveranno i fondi pubblici (sempre che il piano sia approvato dal Congresso) sarà quella delle associazioni che si occupano di scolarizzazione, e in particolare di educazione dei piccoli nella fascia pre-school, quindi dai tre ai sei anni.  Il progetto si chiama "Preschool for all" (Scuola materna per tutti) e sarà finanziato con 755 milioni da distribuire al sistema pubblico dei 50 stati americani, più 1,4 miliardi da destinare invece al sistema privato e non profit per facilitare l'accesso alla scuola dell'infanzia per le famiglie a basso reddito.

L'altro settore che dovrebbe essere finanziato è quello sanitario: il presidente propone di stanziare 80,1 miliardi di dollari a favore delle organizzazioni che si occupano di copertura sanitaria non obbligatoria (+3,9 miliardi rispetto al 2012), tra cui spiccano i Community health centers, tutti gestiti da organizzazioni non profit, che riceveranno 3,8 miliardi, 1 miliardo in più dell'anno scorso. I centri sanitari dedicati ai bambini a basso reddito, inoltre, riceveranno 2,48 miliardi contro i 2,28 del 2012.

Una pioggia di dollari andrà poi al settore dell'istruzione. Altri 300 milioni (nel 2012 erano "solo" 60) andranno al Promise Neighborhoods program, anch'esso gestito da enti non profit, che offre prestiti a famiglie povere perché facciano studiare i figli. Aumento di bilancio notevole (da 120 a 400 milioni) anche per il Choice Neighborhoods program, che finanzia associazioni non profit che agiscono a livello locale per migliorare la qualità di vita di singoli quartieri disagiati.

Quanto alla lotta alla povertà, che sta particolarmente a cuore al presidente Obama, anch'essa verrà condotta contando sulle organizzazioni del terzo settore: il bilancio dell'Housing and Urban Development, il progetto nazionale di edilizia sociale, verrà finanziato con 47,6 miliardi (+9,7%), di cui 2,4 andranno alle associazioni che si occupani dei senza tetto (+ 480 milioni). A sorpresa, il presidente Obama ha voluto anche riprendere e dare nuova vita a una iniziativa lanciata dal suo predecessore George W. Bush, ovvero il Volunteer Generation Fund. Il fondo, che mira a migliorare le competenze dei volontari che operano nelle associazioni non profit, sarà rifinanziato con 10 milioni di dollari.

Non è tutto oro quel che luccica, però. Obama continua infatti a non credere in un altro programma nazionale, il Community Services Block Grants, che finanzia con microprestiti oltre 1000 piccole associazioni in tutti gli USA in progetti contro la povertà, accusato di non essere abbastanza trasparente e di non promuovere l'accountability. I fondi al programma verranno quindi tagliati, passando da 677 a 350 milioni. Coerentemente, Obama ha annunciato di voler premiare le organizzazioni che dimostrano l'efficacia della loro azione: per questo ha annunciato la creazione di un Pay for Success Incentive Fund (Fondo che premia il successo) presso il ministero del Tesoro, riservato ai singoli Stati, che potranno distribuire i fondi esclusivamente alle associazioni che risponderanno a determinati requisiti di efficienza ed efficacia: i fondi vengono erogati infatti soltanto dopo che i risultati promessi vengono raggiunti, e se si dimostra che l'azione del non profit ha fatto risparmiare soldi pubblici.

Inutile dire però che la parte più controversa del budget plan del presidente riguarda la proposta di tagliare gli incentivi fiscali per i donatori più abbienti. E' la settima volta che Obama avanza una proposta di questo genere, dato che per sei volte il Congresso ha respinto questa idea. "Se siamo seri sulla riduzione del deficit, non possiamo permetterci di manterenere aperte queste scappatoie fiscali", ha detto il presidente ieri. "Non sono economiche. Non fanno crescere l'economia. Non aumentano l'occupazione. Permettono solo a chi è già ricco e sistemato di gabbare il sistema".
 


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