Non profit
Il flop del fondo per l’imprenditoria giovanile
Il Fondo Mecenati passa da 40 a 5,5 milioni. Dei 34,5 milioni risparmiati, 20 sono quelli già promessi dal ministro Riccardi al servizio civile. Gli altri tornano a disposizione
Sovrastimata. La richiesta di fondi per l'imprenditoria giovanile, quantificata dal Governo in 40 milioni di euro messi a disposizione dal 2010 con il Fondo Mecenati, si ferma due anni e mezzo dopo a poco più del 10% di quanto preventivato. La notizia ufficiale è apparsa ieri in Gazzetta ufficiale (GU n.83 del 9 aprile 2013), che recita: le parole «con una dotazione di 40 milioni di euro» sono sostituite dalle seguenti: «con una dotazione di euro 5.476.460».
Nella pubblicazione si evince come il valore complessivo dei progetti che si sono aggiudicati i fondi sia di 3,7 milioni, ai quali vanno aggiunti 548mila euro accantonati in attesa di un ricorso di un ente proponente più 1,22 milioni per oneri di gestione. Il Fondo Mecenati “è un fondo del Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale al quale possono accedere le grandi strutture private che intendono investire risorse proprie sulla valorizzazione professionale, lavorativa o imprenditoriale di giovani meritevoli”, si spiega sul sito del Dipartimento (qui i moduli per fare domanda), dove si specifica: “I nuovi Mecenati, sarebbe a dire le strutture private che possono fare richiesta al Fondo, devono essere realtà di comprovata solidità, anche in termini di fatturato realizzato negli ultimi esercizi”.
Il Dipartimento cofinanzia al 40% la spesa che le strutture private destinano a giovani under 35 nell'ambito di progetti finalizzati a creare concrete ed immediate opportunità lavorative, professionali o imprenditoriali. “Per accedere alle varie opportunità, i giovani non si devono relazionare direttamente con i promotori del "Fondo Mecenati", ma possono partecipare ai bandi indetti dalle strutture private, realizzati grazie al cofinanziamento pubblico”.
Cosa succederà ora ai 35,5 milioni di euro ‘risparmiati’? Venti di questi dovrebbero andare subito a rifinanziare il Scn, Servizio civile nazionale, come annunciato più volte dallo stesso ministro per la Cooperazione internazionale l’integrazione Andrea Riccardi. Il nuovo invio di 18mila volontari previsto per dopo l’estate, molto atteso (tra poche settimane finiranno il servizio gli ultimi volontari partiti con le partenze scaglionate del 2012 e si parà un ‘buco’ senza giovani in servizio, per la prima volta dall’istituzione del servizio civile), dipende proprio da tale stanziamento e da altri 30 milioni che il ministro si è impegnato a recuperare dal Fondo per le vittime di mafia e che sembrano essere in dirittura d’arrivo.
Tolti i 20 milioni di cui sopra, rimangono quindi 15,5 milioni di euro che tornano a disposizione per i giovani. Un vero tesoretto, ancor più in tempo di crisi. Per ora nessuna indicazione su dove andranno. Allora viene spontanea una proposta: se non si trova una collocazione immediata e più meritoria, perché non aggiungerli anch’essi al rifinanziamento del servizio civile? Partirebbe qualche migliaio di volontari in più, e si tornerebbe a guardare non così da lontano i 46mila volontari avviati nel famoso anno record del 2006.
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