Famiglia

Benessere dei bambini: l’Italia a fondo classifica

Il nostro Paese è al 22° posto su 29 nell'Unicef Report Card 11 sul benessere dell'infanzia nei Paesi ricchi. Alle spalle di Spagna, Ungheria e Polonia. Ultimi per attività fisica. Ma nell'opinione dei piccoli risaliamo al 15° posto.

di Antonietta Nembri

I bambini nei Paesi Bassi e in quattro nazioni nordiche (Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) vivono in uno stato di benessere. Sono infatti questi i cinque paesi che occupano i primi posti nella classifica del benessere dei bambini che si ricava dall’ultimo rapporto di Unicef – lanciato oggi dal Centro di Ricerca Innocenti dell’Unicef – sulla condizione dei minori nei Paesi ricchi. E l’Italia? Con altri quattro Paesi dell’Europa meridionale si piazza nella seconda parte della classifica. Su 29 nazioni prese in esame il nostro Paese è al 22esimo posto.

I piccoli italiani sono alle spalle dei bambini di Spagna, Ungheria e Polonia, ma prima di quelli di Estonia, Slovacchia e Grecia. Per quanto riguarda la povertà infantile, inoltre, l’Italia con Portogallo, Grecia e Spagna è in terza fascia, ovvero nella parte più bassa della classifica sulla povertà infantile relativa con il 17% dei piccoli che vivono sotto la soglia di povertà.

Una situazione preoccupante come rileva il presidente di Unicef Italia, Giacomo Guerrera. «Nello specifico, l’Italia è al 23° posto nell’area del benessere materiale, al 17° posto nella salute e sicurezza, al 25° posto nell'istruzione; al 21° posto per quanto riguarda le condizioni abitative e ambientali. In Italia il 17% dei bambini – pari a circa 1.750.000 minorenni – vive sotto la soglia di povertà. L’Italia» aggiunge Guerrera «ha anche il più alto tasso “Neet” (Not in Education, Employment or Training) di tutti i Paesi industrializzati, dopo la Spagna, con l’11% dei giovani che non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione».

Secondo l’Unicef Report Card 11, tuttavia, tra i segnali positivi si registra la riduzione del bullismo del 60% dall’inizio degli anni 2000, al punto da essere secondo questi dati il Paese industrializzato in cui si registra i tasso più basso di bambini che hanno subito atti di bullismo (11%). Inoltre, ha la quarta percentuale più bassa per le gravidanze in età adolescenziale, va bene anche per quanto si tratta di abuso di alcol. Tuttavia il tasso di adolescenti che fumano è troppo alto (22° posto) e in Italia i bambini sono esposti a uno dei più alti tassi di inquinamento atrmosferico (26° posto).
Nell’Europa meridionale è tuttavia lo stato in cui si registra il più basso tasso di mortalità infantile (9° posto).

Un’Europa a due, tre velocità anche nel benessere infantile? Non sembrerebbe anche perché, come si sottolinea in una nota di Unicef « Nel rapporto si evidenzia che non c’è una stretta corrispondenza tra Pil pro capite e benessere generale del bambino. Per esempio, la Slovenia ha una posizione migliore del Canada, la Repubblica Ceca dell’Austria e il Portogallo degli Stati Uniti. Il rapporto rileva, inoltre, che i Paesi dell'Europa centrale e orientale stanno iniziando a colmare il divario con le economie industriali più consolidate».

Risultati disastrosi poi per quanto riguarda i livelli di esercizio fisico che rimangono “bassi”: solo negli Stati Uniti e in Irlanda il 25% dei bambini fa sport per almeno un’ora al giorno. L’Italia per questo particolare indicatore è all’ultimo posto in classifica.

La Report Card 11 riporta anche le opinioni degli stessi bambini sulla loro soddisfazione di vita. E qui l’Italia risale la classifica: in base all’opinione i piccoli italiani il nostro Paese balza al 15esimo posto. In genere la soddisfazione dei bambini è in linea con i dati statistici sul benessere registrato, con qualche eccezione: i bambini in Estonia, Grecia e Spagna hanno dato ai loro Paesi un punteggio molto più alto, mentre Germania, Lussemburgo e Polonia un livello inferiore.
 


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