Welfare

Proroga per gli opg: chiuderanno il 1 aprile 2014

Il Consiglio dei Ministri ha prorogato di un anno la chiusura degli OPG. Ignazio Marino chiede immediatamente un commissario ad hoc, StopOpg spera sia un tempo per riflettere su soluzioni alternative alle mini-strutture

di Redazione

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro della Salute Renato Balduzzi, ha deciso ieri la proroga per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. La chiusura viene rinviata al 1° aprile 2014, «in attesa della realizzazione da parte delle Regioni delle strutture sanitarie sostitutive». Il comunicato del CdM precisa che nel decreto del Ministero della Salute «si sollecitano le Regioni a prevedere interventi che comunque supportino l’adozione da parte dei magistrati di misure alternative all’internamento, potenziando i servizi di salute mentale sul territorio. Si prevede, in caso di inadempienza, un unico commissario per tutte le Regioni per le quali si rendono necessari gli interventi sostitutivi».

LA DELUSIONE DI MARINO
Ignazio Marino, che aveva presieduto la commissione di inchiesta che poi spinse per la chiusura degli opg, chiede «la nomina immediata di un Commissario ad hoc che prenda in carico la situazione e agisca dove governo nazionale e regioni hanno fallito». Per la chiusura degli Opg la legge 9/2012 prevedeva anche 272 milioni di euro per la costruzione di nuove strutture e 55 milioni di euro ogni anno per il personale medico e tecnico: «Ora quei soldi sono lì, fermi, e il governo uscente ci comunica che nulla è stato fatto per le mille persone che a tutt'oggi continuano a essere internate in luoghi che ledono la loro dignità, luoghi definiti "di tortura" dal Consiglio d'Europa». Nell'intervista che accompagna il servizio sulla chiusura degli OPG sul numero di VITA in edicola, Marino spiegava che «fare una proroga sarebbe come girare la faccia dall'altra parte, una violenza intollerabile su persone che subiscono una violenza da decenni». Per questo il commissario secondo lui e l'intera commissione, era «l'unica soluzione possibile».
 

LA SPERANZA DI STOPOPG
StopOPG nei giorni scorsi aveva denunciato il pericolo di soluzioni improvvisate, di fronte al ritardo nell’attuazione delle norme sul superamento degli OPG (magari miniOPG affidati a cliniche private) e al tempo stesso dichiarato inaccettabile un rinvio senza vincoli e precisi impegni per chiuder davvero gli opg. Secodno StopOpg il problema non è il ritardo nell’apertura dei "miniOPG regionali", le strutture speciali previsti dalla legge 9/2012 al posto degli attuali sei Opg: StopOpg infatti quelle strutture chiede di  non farle mai, e di usare invece il budget previsto per chiudere gli OPG per potenziare i servizi di salute mentale delle ASL. La notizia della proroga è giunta nel bel mezzo dell'incontro del Forum Salute Mentale, a dieci anni dalla sua fondazione. La proroga decisa dal Governo «permetterà di continuare a riflettere sui percorsi migliori per le persone piuttosto che realizzare i “miniOPG regionali”. Aprire Centri di Salute Mentale (CSM), luoghi aperti e accoglienti aperti almeno 12 ore, con la sperimentazione di CSM 24ore per ogni Provincia, dove non sono ancora presenti, per rafforzare la rete delle risposte», dicono ora. Giovanna Del Giudice spiega che «da parte nostra, in attesa del cambiamento del Codice di Procedura Penale, continuiamo a chiedere che i finanziamenti previsti per l’apertura dei "miniOPG regionali" siano invece assegnati ai Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) per i Budget di Salute Individuali, con l’obbligo di presa in carico e la realizzazione di misure alternative. Riteniamo quindi che la proroga appena stabilita possa permettere di continuare a cercare i percorsi più giusti per le persone, piuttosto che realizzare le strutture previste dal Governo». L’impegno di

UNA MARATONA CON MARCO CAVALLO
StopOpg per la chiusura degli opg cotinuerà con una mini maratona che attraverserà l’Italia dal 12 al 18 maggio 2013: il viaggio sarà guidato da Marco Cavallo, il cavallo azzurro frutto di un’opera collettiva realizzata dentro il manicomio di Trieste ai tempi di Franco Basaglia, che divenne il simbolo della volontà di liberare i malati di mente.
 

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