Welfare

Il boom della campagna che chiede lo ius soli in Italia

Migliaia di firme per la nuova petizione che chiede il riconoscimento della cittadinanza per i bambini stranieri nati in Italia. Se l'opinione pubblica si muove in massa, per ora la politica continua a latitare sul tema

di Daniele Biella

Diecimila firme in poche ore. Un tam tam impressionante sui sociale network. Il tema del riconoscimento del diritto di cittadinanza ai giovani stranieri nati in Italia (ovvero l'applicazione dell' ius soli, come in Francia) fa breccia nell'opinione pubblica, molto più di quanto sia al centro dell'agone politic, che invece sia in campagna elettorale che ora nasconde le questioni legate all'immigrazione sotto il tappeto: fa boom infatti la petizione lanciata dalla campagna L'Italia sono anch'io (che un paio d'anni or sono ha raccolto 110mila firme per la legge popolare, rimasta a oggi inattesa) sul sito change. org, disponibile a questo link.

L'iniziativa, chiamata 'Noi che…L'italia sono anch'io', è sotto forma di una lettera aperta inviata ai parlamentari neoeletti: "A scrivervi siamo i tanti ragazzi di tutto il Paese che lo scorso anno hanno animato e portato avanti, insieme a tante associazioni e migliaia di cittadini, la Campagna L’Italia Sono Anch’io. Per mesi e mesi abbiamo fatto banchetti, volantinaggio per le strade, assemblee nelle scuole e nelle piazze, e tutto questo per portare avanti una battaglia importante, una battaglia per il nostro Paese, La battaglia per la Cittadinanza", inizia la missiva online. "In Italia infatti, più di un milione di bambini e ragazzi, figli di immigrati, nati e cresciuti nel nostro Paese, si ritrovano cittadini a metà. Pur crescendo, studiando, giocando e vivendo nelle nostre città esattamente come i loro coetanei, non hanno la cittadinanza a causa di una legge obsoleta come la l 91/92 che ne impedisce il diritto alla nascita. Non si tratta solo di una battaglia per un diritto in astratto, ma di una rivendicazione di diritti che permettano la piena realizzazione dei bambini e dei ragazzi che nascono e vivono qui".

A ritmo di varie adesioni al minuto, la petizione sta già superando il numero minimo di firme, 10mila, per avere un'eco nei palazzi della politica. "Tante sono le discriminazioni che vivono i ragazzi di II generazione: dal non poter andare in gita scolastica al non poter praticare sport a livello agonistico; dal non riconoscimento del titolo di studio ai fini lavorativi al mancato inserimento nel mondo del lavoro a causa del loro status di immigrati pur non essendolo", continua il testo. "Per questo motivo, ispirandoci anche all’articolo 3 della nostra Costituzione che stabilisce il principio dell’uguaglianza tra le persone, impegnando la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che ne impediscano il pieno raggiungimento, abbiamo sostenuto con tutte le nostre forze questa Proposta di Legge Popolare che promuove lo ius soli e quindi il diritto alla cittadinanza per i ragazzi che nascono e crescono in Italia".  Ancora: "abbiamo depositato la proposta di legge ed eravamo davvero entusiasti, davvero contenti di aver potuto, con le nostra forze e dal basso, partecipare e contribuire ad un cambiamento così grande e cosi bello per il nostro Paese. Purtroppo però, la proposta di legge pur essendo stata calendarizzata non è mai stata discussa in Parlamento durante la scorsa legislatura. Ecco le ragioni di questa lettera aperta e del nostro appello a voi".

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