Cultura

Domani Putin a Bruxelles e Amnesty avverte…

"I diritti umani non sono merce di scambio per la grande coalizione contro il terrorismo", lettera di Amnesty International ai vertici UE

di Riccardo Bonacina

Mentre i leader dell’Unione europea si preparano ai colloqui di domani a Bruxelles con il Presidente russo Vladimir Putin, Amnesty International avverte l’Unione europea di non utilizzare come merce di scambio i diritti umani nei suoi sforzi per sostenere la coalizione mondiale contro il terrorismo e chiede ai leader dell’Ue di impegnarsi pubblicamente sulle loro continue preoccupazioni per gli abusi dei diritti umani in Cecenia. “Esiste un diritto universale alla giustizia per le vittime innocenti ovunque – siano esse seppellite sotto le macerie a New York, Grozny o Mosca” ha dichiarato Dick Oosting, Direttore dell’Ufficio UE di Amnesty International a Bruxelles, in una lettera aperta ai leader dell’Unione europea. “L’Unione europea e la Russia possono essere partner credibili nella lotta per assicurare la sicurezza dei loro cittadini e in difesa della giustizia mondiale solo se giustizia e’ fatta per tutte le vittime”. Amnesty International e’ turbata dai commenti espressi dal Cancelliere tedesco Gerhard Schroeder durante una conferenza stampa congiunta con il Presidente russo a Berlino il 25 settembre, in cui ha affermato: “Per quanto riguarda la Cecenia, sara’ fatta e deve esser fatta una valutazione piu’ differenziata nell’opinione mondiale”. Le osservazioni del Cancelliere tedesco seguono una comunicazione secondo la quale la Russia aiutera’ ad armare l’opposizione dell’Alleanza del Nord dell’Afghanistan. Il 12 settembre l’Unione europea, a seguito degli attacchi terroristici a New York e Washington, ha dichiarato che “Niente puo’ giustificare l’assoluto disprezzo per i valori morali e i diritti umani”. Amnesty International avverte che tale dichiarazione generale di principio non puo’ essere applicata in maniera selettiva. “Sta emergendo la tendenza al pedale morbido sui diritti umani a favore della piu’ ampia coalizione possibile, la Russia ne e’ uno degli esempi piu’ eclatanti” ha dichiarato Dick Oosting. “Qualsiasi ‘svendita’ in questa fase puo’ seriamente minare la credibilita’ dell’intera politica dell’Ue in materia di diritti umani”. “La volonta’ di combattere insieme il terrorismo nel mondo non puo’ e non deve essere utilizzata dal Presidente russo Putin per giustificare le violazioni dei diritti umani perpetrate nel proprio paese contro i Ceceni”, dice Andrea Morike, esperta della Sezione Italiana di Amnesty International per la Federazione Russa. “Tantomeno la Comunita’ europea deve chiudere un occhio proprio adesso nei confronti dei bombardamenti contro i civili in Cecenia, delle ‘sparizioni’ di persone detenute durante il conflitto armato oppure delle torture inflitte ai combattenti ceceni fatti prigionieri. I diritti umani sono universali e indivisibili e non possono esser utilizzati come merce di scambio”. La situazione dei diritti umani in Cecenia rimane critica e le promesse russe all’Unione europea e alle Nazioni Unite non sono state onorate. Entrambe le parti in conflitto continuano a compiere seri abusi e violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale, sebbene le forze russe siano responsabili della schiacciante maggioranza dei danni fisici e materiali sofferti dai civili ceceni. In particolare: * le forze russe hanno continuato a compiere, almeno fino ad agosto, “operazioni di pulizia” nelle citta’ e nei villaggi, trattenendo arbitrariamente i civili ed impiegando nei loro confronti un uso sproporzionato della forza; * le autorita’ russe non sono riuscite a svolgere indagini o a garantire la giustizia per le vittime civili di abusi di diritti umani perpetrati dalle forze russe; * gli osservatori indipendenti che si occupano di diritti umani incontrano ancora notevoli difficolta’ ad entrare in Cecenia; * la Russia non si e’ ancora conformata alla richiesta della Commissione ONU sui diritti umani sulla responsabilita’ e la piena collaborazione con le Nazioni Unite; * la Russia non fornisce ancora un’assistenza sufficiente ai profughi ceceni, stimati in 150000, attualmente in Ingushetia. La lettera aperta di Amnesty International ai leader dell’Unione europea e’ disponibile presso l’indirizzo Internet: lettera


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