Politica

Quelle sei cose chiare da cui ricominciare

Inutile coprirsi dietro l’alibi dell’ingovernabilità, semmai è più corretto dire che se mai non si governa senza il Movimento 5 Stelle. Ci sono margini per “agire il ruolo” per cui si sono candidati e cercare di rispondere alla domanda di cambiamento che cresce. Il commento del presidente di Federsolidarietà

di Redazione

Forse una delle chiavi per leggere questi risultati elettorali potremmo prenderla in prestito dalla psicologia che analizza il comportamento dei giocatori compulsiva. La dipendenza patologica dal gioco con quel misto di attesa per la fortuna salvatrice e la irresponsabile vortice dell'azzardo può  spiegare molto di queste elezioni. E del resto la progressione con cui si diffondono le slot machine nei territori e quasi analoga al crescere della disaffezione ad una politica della proposta e dell'impegno responsabile.

Ne deriva la conferma che la democrazia richiede l'esercizio costante di una funzione educativa che invece da almeno  20 anni è stato completamente abbandonato, sostituito dalla gazzarra dei dibattiti (strepiti) televisivi, a caccia di sensazioni e indici d'ascolto e non di informazione. Una parte importante di elettori, trattati come massa inetta da manipolare con messaggi stereotipati, si sono stufati di essere presi in giro e hanno reagito, mi pare di leggere in tanti voti andati al Movimento 5 Stelle, una forte tensione al cambiamento, mentre nella ripresa tutte personale di Berlusconi è più che evidente l'effetto del “voto compulsivo” alla ricerca del colpo di fortuna, che tuttavia non mi pare ci sia stato, se non per lo stesso Berlusconi, ancora una volta vincente sul piano della comunicazione e della leadership ma non su quello del concretezza e dell'interesse per il Paese. Provate a confrontare gli esiti del voto degli Italiani all'estero e vedrete che lontano dall'asfissia di una comunicazione superficiale e  volgare gli elettori si comportano diversamente.

Alla luce di questo io credo che un Parlamento e delle forze politiche responsabili debbano raccoglie questa istanza e cercare una composizione. Assumersi la responsabilità di "agire il ruolo" per cui si sono candidati e cercare di rispondere alla domanda di cambiamento che cresce, senza alimentare pulsioni tipiche del gioco d'azzardo, ma cercando di agire la responsabilità a cui da oggi sono chiamati.

La seconda considerazione la spendo per dissentire da una moltitudine di  dichiarazioni che affermano la vittoria dell'ingovernabilità, secondo me è più corretto dire che se mai non si governa senza il Movimento 5 Stelle, ma volendo ricercarla una governabilità, se si hanno a cuore le sorti del Paese, la si può trovare esercitando il primo compito della politica, ovvero quello della ricerca di mediazioni e di ricomposizioni di interessi, anche diversi, ma orientando li al bene comune, che purtroppo così raramente abbiamo visto esercitare in questi ultimi decenni. Forse continuando in questa riflessione, più  che la "governabilità" mi pare che il nostro paese e la nostra politica abbia da tempo perso la "responsabilità".
Gli appuntamenti elettorali trasformati in gare tra tifoserie con tanto di festa conclusiva con le stesse modalità con cui si festeggia la vittoria dello scudetto da parte dei tifosi è un sintomo manifesto della cultura della "irresponsabilità" che ha colpito il nostro Paese, prima ancora che i nostri "politici". Ma che purtroppo, in forme diverse, quasi tutti hanno contribuito ad incrementare.

È stato irresponsabile chi, sedendo in Parlamento nei mesi scorsi ha tergiversato sulla riforma elettorale, non tanto perché oggi avremmo avuto un risultato diverso ma perché hanno dimostrato di non saper interpretare la domanda di cambiamento che cresceva tra i cittadini.

È stato irresponsabile il Senatore a vita Monti, che da Presidente del Consiglio chiamato per un governo di salvezza nazionale, promettendo che non si sarebbe poi candidato, ha tradito questa promessa, trascinando un governo tecnico, nel contenzioso politico, offrendo alla zuffa tra tifoserie  i 14 mesi di sacrifici, politiche di rigore e riforme incompiute. Il risultato elettorale da questo punto di vista punisce Monti che da tecnico e uomo di garanzia quale avrebbe dovuto e potuto continuare ad essere, diventa oggi uno politico con poco consenso reale e dal profilo super partes orami tramontato.

È stato irresponsabile, chi ha governato oltre 13 anni sugli ultimi 20 ed a scelto di addossare tutti i mali all'ultimo governo o ai complotti orditi dalle "potenze straniere". Nella logica delle elezioni da stadio è fin troppo chiara ed evidente la strategia, ma nelle corde di politici responsabili e che vogliono perseguire un profilo da statisti dovrebbe esserci anche l'arte di assumere su di se le responsabilità per gli errori, ma non è una dote di questi tempi evidentemente.

È  stato irresponsabile un certo modi di  urlare minacce più che proposte, del Movimento 5 Stelle, che a fronte del crescere del consenso raccolto avrebbe potuto iniziare ad articolare qualche proposta di Governo e di "politica estera" sopratutto europee più realistica e concreta, che avrebbe evitato di veder dipingere da molta stampa e da analisti internazionali (secondo me erroneamente) il M5S come un pericolo assoluto per la governabilità del Paese.

Quindi tutto da buttare? No direi invece che da qui si deve e si può ripartire, ci sono alcune proposte dei programmi del Centro Sinistra, che in ogni caso ha pur sempre una maggioranza alla Camera dei Deputati, e alcune proposte del Movimento 5 Stelle che si possono incontrare. Se questi partiti o movimenti hanno un senso di responsabilità è ora il momento che ce lo dimostrino.

Si mettano al  tavolo del confronto politico, costruiscano un programma di sintesi e inizino a lavorare seriamente su alcune delle richieste forti che arrivano dal voto:

  • Ridurre i costi della politica e la distanza tra istituzioni e cittadini;
  • Impostare una politica economica che corregga gli eccessi di rigore;
  • Tornare ad occuparsi di disagio sociale e di povertà;
  • Ridare autorevolezza al l'interlocuzione con le istituzioni internazionali
  • Dare all'Italia una legge elettorale più chiara.
  • Rendere e più libero il mercato e quindi togli di mezzo i troppi conflitti di interessi e le enormi concentrazioni di potere e di mercato che esistono oltre e al di la di quello troppo noto e finanche sopravvalutato di Berlusconi.


Ecco alcune cose molto concrete per trasformare il rischio di ingovernabilità in un opportunità di responsabilità nell'interesse del Paese. Temi sui quali iniziare quel processo di riconciliazione tra cittadini e politica di cui abbiamo bisogno. Il M5S da questo punto di vista deve essere considerato come un occasione per costruire questo rinnovato legame tra cittadini e istituzioni, non sarà facile e non è scontato, ma credo che chi domani si andrà a sedere sui banchi di Camera e Senato, abbia il dovere di provarci, assumendo il dato che la governabilità non è solo questione di maggioranza ma può essere un risultato intenzionalmente ricercato che unisca volontà con responsabilità.
 


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