Welfare

Confartigianato: «Per il mercato del lavoro è il momento più difficile»

L’ufficio studi di Confartigianato, dopo aver esaminato i dati più recenti relativi al mercato del lavoro, ha messo in evidenza alcune delle trasformazioni epocali rilevate in questa lunga crisi.

di Redazione

La sfida è straordinaria, sostiene Confartigianato, anche in una prospettiva di lungo termine: il basso ritmo di crescita dell'economia italiana allontana il recupero dei livelli occupazionali  che c'erano prima della crisi. I motivi sono diversi. Fra questi la ricerca dell'equilibrio del bilancio pubblico che  da un lato richiede un elevato prelievo fiscale sul costo del lavoro e dall'altro rende più incerte le risorse a sostegno dell'occupazione.

Dalla ricerca – la cui sintesi è scaricabile  in lato a destra – emerge che la crescita del tasso di disoccupazione in un anno è stata di 1,8 punti, livelli pericolosamente vicini al picco massimo del tasso di disoccupazione nei trent'anni prima della Grande crisi (12,0% di quasi un quarto di secolo fa). Tra il minimo pre crisi e fine 2012 nel Mezzogiorno d'Europa i disoccupati sono più che raddoppiati (+137,8%).

 I settori più colpiti sono: costruzioni che segnano -13,4% e il manifatturiero -9,1%. Tra il 2007 e il 2012  le imprese artigiane  sono diminuite del 3,7%, a fronte di una tenuta per le imprese non artigiane (0,6%). Nel 2012 l'occupazione dipendente nell'artigianato indica un saldo negativo tra assunzioni e uscite del 2,2%; calo meno accentuato per le imprese non artigiane (-1,0%).

Il lavoro indipendente, meno protetto da ammortizzatori sociali, segna una flessione del 6,9% il lavoro dipendente in calo di un limitato 1,2%; 'decimazione' per imprenditori e lavoratori autonomi in calo di 367mila unità, quasi un decimo in meno (-9,2%) dell'occupazione di metà 2008.

Ammortizzatori sociali e riforme pensionistiche determinano un boom degli occupati più anziani: i lavoratori con 55 anni ed oltre sono aumentati (+594.000 unità).

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