Cultura

7 ottobre, chi crede in bio scenda in piazza

Per promuovere le coltivazioni senza pesticidi e i consumi organici, alleati agricoltori biologici e ambientalisti. Parlano Vincenzo Vizioli ed Ermete Realacci

di Giampaolo Cerri

Quelli che… l?agricoltura deve essere pulita. Il prossimo 7 ottobre torna in piazza il popolo del biologico. Aiab e Legambiente celebrano infatti la terza Biodomenica, giornata nazionale dell?agricoltura e dell?alimentazione biologica. La manifestazione punta a far progredire la sensibilità degli italiani sui vantaggi della produzione e dell?alimentazione organica.
Settantasei piazze di tutta Italia ospiteranno stand e banchetti che offriranno degustazioni di prodotti naturali. Dal Piemonte alla Sicilia oltre 100 fattorie porteranno nei centri storici mostre, incontri ed eventi per valorizzare biodiversità e tipicità attraverso la promozione di prodotti, sani, sicuri e di qualità, legati al territorio, alle sue tradizioni e alla sua cultura.
«Per noi il biologico è l?agricoltura», dice a chiare lettere Vincenzo Vizioli, presidente dll?Associazione italiana per l?agricoltura biologica-Aiab, grande motore, con le sue migliaia di contadini e allevatori associati, della manifestazione, «vogliamo che da opportunità per pochi si trasformi in un?occasione per tutti».
L?Aiab non ne fa soltanto una questione di salubrità dei cibi, ma di modello agricolo tout-court: «L?insostenibilità di quello attuale, a livello mondiale è evidente: la quantità di cibo prodotta è superiore ai bisogni della popolazione mondiale, eppure interi Paesi e popoli soffrono la fame».
Partner dell?iniziativa, Ermete Realacci, presidente di Legambiente e deputato della Margherita, sottolinea come le coltivazioni naturali siano uno strumento per valorizzare le ricchezze del tipico italiano: «L?agricoltura biologica è un modo produttivo per incrociare tipicità e qualità ambientale, per legare gusto e valorizzazione del territorio», ricorda il leader del grande Cigno ecologista. Senza dimenticare, prosegue ancora Realacci, «le ricadute virtuose di questo settore sulle economie locali sono molte e valorizzano quell?intreccio di saperi e sapori che contraddistingue il Bel Paese. Per l?Italia è sicuramente la strada della tipicità la più vantaggiosa, non certo quella biotech o quella dei pesticidi».
Quanto al valore economico crescente del settore, anche in termini occupazionali, il leader dei contadini bio ha le idee chiare: «L?incremento occupazionale nel biologico, rispetto all?agricoltura convenzionale, sarà del 10 ed il 30%», osserva, «poiché si impiega più manodopera rispetto all?agricoltura intensiva. Nel contempo, con l?ampliamento e la migliore organizzazione del mercato, si va creando per il consumatore l?opportunità di acquistare prodotti biologici sempre più a buon mercato: i prezzi rilevati nel 2000 sono, rispetto a quelli del 1998, più bassi dell?11%».
Per far festa con il biologico, il sito www.biodomenica.it indica tutte le piazze in cui ci sarà la mobilitazione.

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