Famiglia

Bielorussia: pace fatta tra Avib e Mavi

Le due federazioni hanno fatto una proposta congiunta al Ministero: un registro per le associazioni impegnate nelle accoglienze solidaristiche

di Sara De Carli

Dopo più di quattro anni si ricompone la scissione all'interno delle associazioni dedite all'accoglienza di bambini bielorussi. Avib e Mavi infatti hanno presentato osservazioni e proposte congiunte alla consultazione avviata dal Ministero del Lavoro tra tutte le associazioni impegnate nel settore, per definire le nuove linee guida per l'accoglienza temporanea di minori stranieri (la consultazione era aperta fino al 21 gennaio).
Il Mavi si era staccato dall'Avib nel giugno 2008. Ora il cambio ai vertici di Avib, con Arena Ricchi nuova presidente, sembra aver disteso i rapporti tra le associazioni.
 

La proposta comune consiste nell'istituzione del "Registro delle Associazioni e degli enti che svolgono programmi solidaristici di accoglienza temporanea".
L'istituzione di tale registro – spiegano in un comunicato – «potrebbe apparire come un irrigidimento allo spontaneismo che in tutti questi anni ha prodotto un movimento solidaristico di famiglie, Enti ed Associazioni, patrimonio dell'Italia ma sono i tempi e la maturità del movimento che necessitano di un riconoscimento di quanto realizzato attraverso apposito registro che come risultato porterebbe ad uno snellimento delle procedure ed ad una collaborazione sul territorio preziosa per le famiglie italiane sia esse impegnate nell'accoglienza temporanea di minori stranieri sia come opportunità per lo sviluppo dell'Istituto "dell'affido" temporaneo avendo l'opportunità di confrontarsi con famiglie "aperte" e "sperimentate" all'accoglienza».
«L'istituzione del Registro porterebbe un beneficio sia nella scelta delle Associazioni ed Enti che negli anni si sono sempre più organizzate e specializzate nella progettualità di sostegno educativo, formativo e di cooperazione internazionale e parimenti un beneficio per le famiglie italiane ospitanti che potrebbero
essere sostenute territorialmente dai Servizi Sociali dei Comuni che avrebbero l'opportunità di confrontarsi con un'esperienza, come quella dell'accoglienza temporanea dei minori stranieri, propedeutica sia per l'affido che per l'adozione internazionale».


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