Economia
Un fallimento su tre a causa dei ritardi nei pagamenti
A sottolinearlo è la Commissione europea secondo cui nel 2012 in tutta l'Unione per questa ragione sono andati in fumo 340 miliardi di euro
di Redazione
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Milano ha ospitato un seminario di informazione parte integrante della campagna europea che si pone come obiettivo quello di diffondere la consapevolezza del recepimento della direttiva 2011/7/EU riguardante il problema dei ritardi di pagamento in Europa.
Le imprese italiane ed europee corrono un rischio di fallimento sempre maggiore a causa delle fatture non pagate, dal momento che i ritardi di pagamento continuano a crescere raggiungendo il livello senza precedenti di 340 miliardi di euro, più del doppio del budget totale dell'Unione europea per il 2012, pari a 147 miliardi di euro. Statistiche recenti hanno stimato che le insolvenze hanno portato alla perdita di 450.000 posti di lavoro e che il 57% delle imprese europee ha avuto problemi di liquidità a causa dei ritardi di pagamento: un aumento pari al 10% rispetto all'anno scorso.
La direttiva 2011/7/EU relativa ai ritardi di pagamento è uno degli strumenti adottati dall'UE per contrastare i pagamenti scaduti e supportare le attività delle imprese. La campagna informativa e quindi il seminario di Milano hanno come obiettivo principale quello di garantire che le imprese europee, in particolare le PMI (Piccole e Medie Imprese), conoscano i propri diritti e il modo migliore in cui farne uso.
Da statistiche recenti provenienti dall'Indicatore di rischio sui pagamenti in Europa, anno 2012, è emerso che in Italia, nel 2012, il 2,6% del fatturato totale è andato perso a causa dei ritardi di pagamento. Il ritardo medio (calcolato in giorni) nel 2012 ammonta a 31 giorni, per transazioni da impresa a impresa, e a 90 giorni per quelle dagli enti pubblici alle imprese.
«Un terzo dei fallimenti è causato dai ritardi di pagamento. Questi ritardi sono inaccettabili: se è legittimo riscuotere tempestivamente i tributi da parte dello Stato, altrettanto doveroso, anche moralmente, è pagare i debiti alla scadenza, evitando la chiusura di aziende sane», ha dichiarato l’on.le Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea, responsabile per l’Industria e l’imprenditoria. «Tra tutti gli “handicap” di competitività, quelli percepiti come più insopportabili dalle imprese italiane sono pressione fiscale e ritardi di pagamento. I due fenomeni sono legati e, purtroppo, vantiamo il triste primato europeo in entrambi. È imperativo che le regole di contabilità e il patto di stabilità interno vengano rivisti in modo da non ostacolare l’applicazione della direttiva».
«La contrazione della liquidità causata dai ritardi di pagamento e dalle perdite su crediti è un problema comune in tutti i paesi europei», afferma Davide Magri, direttore di Intrum Justitia, «Anche se ci sono grandi differenze fra Nord e Sud Europa. La nuova direttiva sui ritardi di pagamento è un significativo passo avanti verso una cultura dei pagamenti puntuali, e introduce importanti novità anche sugli interessi di mora e sul risarcimento dei costi di recupero. Il prossimo passo, tenuto conto del nuovo quadro normativo, sarà l’adozione da parte delle imprese di adeguati processi di gestione del credito».