Famiglia

Nuovo Isee all’ordine del giorno del CdM

Il decreto sul nuovo Isee approda questa sera in Consiglio dei ministri, nonostante la mancata intesa con le autonomie per l'opposizione della sola Lombardia. La fretta non convince il Forum delle associazioni familiari

di Redazione

Si chiama deliberazione motiva l’escamotage trovato dal governo per aggirare lo stop imposto dalla Regione Lombardia, unica a bocciare il nuovo Isee (il cosiddetto “riccometro”) nel corso della conferenza unificata Stato-autonomie della scorsa settimana. La revisione del meccanismo dell’Isee aveva invece ricevuto una positiva valutazione da parte dell’Anci.

La mancata intesa con il governo, infatti, avrebbe portato a dover aspettare 30 giorni per poter approvare il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dedicato alla revisione delle modalità di determinazione e dei campi di applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente, ovvero l’Isee.
In pratica il testo avrebbe potuto essere approvato il 23 febbraio, ossia alla vigilia delle elezioni.

Invece, grazie proprio alla “deliberazione motivata” all’ultimo punto all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di questa sera, prima delle varie ed eventuali, vi è proprio l’approvazione del testo che ha l’obiettivo dichiarato di dare la caccia ai furbetti del Welfare e ai finti poveri.

Una fretta che non convince il Forum delle associazioni familiari che per bocca del suo presidente Francesco Belletti commenta osservando che il nuovo Isee, è «una riforma attesa, ma sulla quale il Forum ha espresso più volte le proprie perplessità».
«Rimangono infatti motivi di insoddisfazione, anzitutto per lo scarso peso che il nuovo Isee attribuisce ai carichi familiari, adottando una scala di equivalenza che, pur se leggermente migliore della precedente, rimane ben lontana dalle aspettative delle famiglie e continua a non considerare rilevanti alcuni costi (ad esempio scuola e trasporti che per le famiglie povere sono gratuiti o garantiti da sostegni economici) ed a considerare come voce di reddito la proprietà della casa di abitazione, come se avere un posto dove dormire fosse un lusso e non una necessità elementare».

Prosegue Belletti: «Lascia insoddisfatti anche l’insufficiente attenzione per la presenza in famiglia di persone disabili, condizione, questa, che stravolge ogni quantificazione del reddito familiare disponibile. Non a caso la stessa legge che ha avviato la riforma poneva un esplicito vincolo di maggior sostegno “alle famiglie con figli disabili e a quelle con tre o più figli”. E il nuovo Isee, francamente, lo fa in modo troppo tiepido».

«Resta poi un ultimo dubbio che riguarda l’opportunità politica di affrettare i tempi dell’approvazione» conclude Belletti. «È giusto che un governo prossimo a essere sostituito proceda a una riforma di tale rilevanza sociale? Siamo convinti che sarebbe più opportuno un gentlemen agreement, un accordo politico per inserire la riforma dell’Isee tra le urgenze del nuovo governo e del Parlamento che avvii anche un rinnovato confronto tra le parti sociali e gli enti locali (che sono i primi chiamati ad applicarlo) su una riforma complessiva del Welfare».


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