Economia

Luca Barilla:«E’ stata mia figlia Sara a ispirarmi»

Inaugurato oggi l'Ospedale dei bambini, realizzato dall'alleanza pubblico-privata fra l'azienda Ospedaliero-universitaria, Barilla, Fondazione Cariparma e Impresa Pizzarotti

di Carmen Morrone

Sulle note di “I sogni son desideri” cantata dalle voci bianche della corale del Teatro Verdi di Parma oggi si è inaugurato l’Ospedale dei bambini realizzato dalla Fondazione omonima formata da Barilla, Fondazione Cariparma, Impresa Pizzarotti. Oltre 13mila metri quadrati dedicati alla cura dei bambini dalla neonatologia alla chirurgia e all’oncologia pediatrica dove, nell’arco di poco più di mese, si trasferiranno gli attuali reparti pediatrici dell’ospedale maggiore di Parma che risalgono ai primi del novecento. Trasloco breve perché la nuova struttura di vetro e colore è sorta accanto ai vecchi padiglioni e ha abbattuto l’alto muraglione che faceva da barriera fra i malati e la città. Ed è la prima cosa che colpisce del nuovo Ospedale dei bambini che si apre alla comunità. A partire dall’attrazione che sta all’ingresso: un grandissimo plastico che riproduce un piccolo mondo in movimento in cui circolano trenini e tram, in cui è in corso uno spegnimento di un incendio da parte di pompieri, mentre dall’altra parte una band fa un concerto rock. Proprio qui incontriamo Luca Barilla, vice presidente del Gruppo Barilla e figlio di Pietro Barilla, che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni e a cui l’Ospedale dei bambini è stata intitolato. Il trenino è un’idea e una donazione di Luca e della sua famiglia. E ci racconta da cosa è stato ispirato.

«Mi figlia Sara nei primi anni di vita ha avuto un complesso problema di salute che mi ha portato in giro per ospedali in Italia e all’estero. Ho così potuto constatare il livello, superiore al nostro, degli ospedali stranieri. E in Italia ho cominciato a lavorare per migliorare le cose. Ho seguito passo dopo passo la realizzazione dell'Ospedale dei bambini.  Il trenino l'ho scoperto negli States. Quattro anni fa, all’ospedale di Huston, Sara fece delle terapie, nell’attesa io e mio figlio passeggiavamo nei corridoi e in uno spazio c’era un plastico con un trenino. Era la meta di genitori e figli. Anche mia e di mio figlio, che ogni giorno scoprivamo un particolare nuovo. Questo semplice passatempo permetteva di alleggerire la tensione che vivevamo noi genitori in attesa delle sedute terapeutiche dei nostri figli».

Da Huston a Parma…
«Non è stato così semplice. Nel 2001 Barilla aveva già in corso il progetto del padiglione pediatrico, che ha aperto oggi, con un cantiere iniziato nel 2008. Però quell’idea del plastico l’ho sempre tenuta dentro di me e dopo che l’ospedale è stato realizzato ho chiesto di fare questo dono. Tra l’altro la gestione del plastico non grava sul bilancio dell’azienda sanitaria».

E’ la prima volta che Barilla costruisce un ospedale?
«Sì. Abbiamo sempre fatto donazioni a questo stesso ospedale, al Bambino Gesù di Roma, ad altre realtà. Questa volta abbiamo partecipato alla costruzione di un centro che vorrei diventasse un’eccellenza internazionale. Nel corso della mia esperienza di padre ho incontrato tanti medici, alcuni geniali che però lavorano all’estero. Vorrei che questo ospedale diventasse un polo di attrazione di cervelli».

L’Ospedale dei bambini è pubblico e sappiamo che l’efficienza della sanità pubblica italiana è a macchia di leopardo. Non è un po’ preoccupato di lasciare gestire un centro nuovo e innovativo come questo a un settore che non sempre da prova di serietà?
«Molto preoccupato. E la dirigenza lo sa. La Fondazione Ospedale dei bambini non può dire nulla. Ma io, come cittadino posso dire se fra qualche tempo c’è qualcosa che non va. Devo dire che a Parma non siamo nella situazione di certi Ospedali del Sud d’Italia, ad esempio. Tuttavia anche questa mattina a tutte le istituzioni presenti, dal presidente della regione a quello della provincia, al rettore, ho chiesto che tutte le attività siano guidate sempre dalla meritocrazia».

Avete ascoltato i bambini per realizzarlo?
«Sì. Ai piccoli pazienti, nel corso degli scorsi anni, è stato chiesto di descrivere il loro ospedale ideale. Chi ha chiesto medicine a forma di caramella, la musica in tutte le stanze, chi un luogo illuminato, colorato, con alberi. Come vede tanti desideri sono stati realizzati. Io mi sento un uomo ricco, non dico economicamente, ma per la vita che sto vivendo e mi piace fare qualcosa per fare stare meglio gli altri».

I NUMERI
89 sono i posti letto
34.093.692 euro è il costo dell’opera
18milioni di euro l’apporto della Fondazione Ospedale dei bambini, di cui 8.5 mln da parte del Gruppo Barilla, 7.5 mln da parte di Fondazione Cariparma, 2mln da parte di Impresa Pizzarotti.
16milioni di euro l’apporto dell’Azienda ospedaliera-Università di Parma, di cui 9.9 mln con Fondi aziendali e oltre 6mln con contributi Stato/Regione

81.999 sono le prestazioni ambulatoriali e i day hospital pediatrici (dati 2012)
6.751 ricoveri
16.499 accessi in emergenza


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