Mondo
La scuola continua, anche in mezzo alla guerra
La testimonianza di un'operatrice locale di Save The Children, dal fronte: "Facciamo di tutto per continuare a lavorare per i bambini". Migliaia i civili in fuga già prostrati dalla crisi alimentare
Una guerra che rischia di mettere definitivamente ko un paese già in ginocchio. Save The Children opera in Mali da molti anni e la voce dei suoi cooperanti che operano nel paese è piena di allarme.
Da Bamako, capitale del paese, Tom McCormack, direttore Save the Children in Mali descrive una situazione molto allarmante:«Bambini e famiglie in fuga hanno iniziato a raggiungere Bamako e altre località dove si sentono più sicuri dopo essere sfuggiti ai combattimenti, e sono in condizioni precarie e particolarmente vulnerabili», spiega. «Molte di queste mamme e bambini erano probabilmente talmente poveri da non essere riusciti ad abbandonare la regione nord quando sono scoppiati i combattimenti lo scorso anno perché prostrati dalla più terribile siccità che il Mali ricordi, e ora hanno un tremendo bisogno di aiuto».
L’offensiva delle forze armate francesi e delle altre forze in campo contro i ribelli islamisti nei distretti settentrionali del Mali, ha aggravato la già difficile situazione degli abitanti della zona, colpita lo scorso anno da una pesante crisi alimentare, e sta spingendo molte donne e bambini che vivono nell’area a fuggire per mettersi in salvo dai combattimenti. Le famiglie ora obbligate a lasciare le loro abitazioni si aggiungono ai circa 350.000 profughi che erano fuggiti dalla regione quando sono scoppiati i combattimenti lo scorso anno.
Save the Children opera da tempo in Mali a Gao, dove sono in corso i combattimenti, e a Mopti, in prossimità del fronte, con interventi per la salute, la prevenzione del colera, l’alimentazione e l’educazione. Moussa Thera è un'operatrice dell'Ong che lavora a Mopti. Solo da qualche giorno lei e il suo team sono potuto rientrare in città dopo averla dovuta lasciare precipitosamente il 10 gennaio: «Quel pomeriggio stavo progettando una distribuzione di materiale scolastico per i bambini con i nostri partner locali», racconta «Sapevamo che c'erano tensioni nel Nord, a Konna, quindi abbiamo preso le dovute misure di sicurezza, ma abbiamo voluto continuare a lavorare come al solito, perché c'è così tanto da fare qui a Mopti. Il nostro lavoro è stato interrotto quando è arrivata la notizia che una città a solo un'ora di distanza dalla nostra sede era stata presa da gruppi armati. Poco dopo abbiamo ricevuto una telefonata dal nostro ufficio a Bamako che ci chiedeva di lasciare la città. Mentre correvo a a casa per le strade affollate per raccogliere alcune cose essenziali, ho visto centinaia di persone che correvano in ogni direzione. I bambini urlavano. Le donne avevano caricato le loro cose sulle loro teste. Poi tutti si fermò. Solo per un secondo, ma sembrava molto più a lungo. All'unisono tutti alzarono gli occhi al cielo per vedere tre aerei diretti verso nord, verso il fronte . Poi di nuovo confusione, mentre la folla tornò a farsi prendere dal panico. Centinaia di uomini, donne e bambini lasciavano la città all'unisono. C'era una fila infinita di moto. Più di ogni altra cosa, ci siamo preoccupati dei nostri studenti e dei bambini meravigliosi che partecipano ai nostri programmi».
Un pensiero che non ha mai abbandonato Moussa e i suoi colleghi, che hanno fatto il possibile per tornare al lavoro il prima possibile. Qualche giorno fa, finalmente, sono stati autorizzati a rientrare a Mopti e a riprendere almeno in parte l'attività:« «I bambini a Mopti», racconta Moussa, «hanno bisogno del nostro sostegno per andare a scuola. Il nostro lavoro è fornire agli studenti kit didattici e supportare il giardinaggio e le attività di mensa scolastica. Identifichiamo anche i bambini che non frequentano e li aiutiamo a tornare a scuola. Questo è quello che mi piace del mio lavoro: so che il nostro lavoro dà a questi bambini la possibilità di studiare che altrimenti non avrebbe. Quando si sviluppa una crisi, l'istruzione rischia di essere spesso dimenticata. Ma è così importante: non si tratta solo di imparare, dà anche ai bambini un senso di normalità. Credo che questo sia molto importante in tempo di guerra, quando tutto intorno va al rovescio»
Save the Children è presente in Mali da 25 anni con interventi di sviluppo e di emergenza a sostegno dei bambini e dello loro famiglie. Con un coordinamento basato nella capitale Bamako, Save the Children opera nell’intero paese in diverse aree. Gli interventi comprendono progetti di salute materno infantile, assistenza sanitaria, alimentazione, educazione e protezione dei minori (in particolare prevenzione e sostegno ai bambini coinvolti nei conflitti sia come vittime o testimoni delle violenze che rispetto al rischio di arruolamento nelle milizie dei ribelli).
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