Famiglia

Povertà minorile, al via un nuovo progetto internazionale

Coinvolte nove grandi fondazioni di nove paesi, dalla Danimarca al Canada. Per l'Italia Compagnia di San Paolo e Fondazione Zancan. Vecchiato: «Non si può continuare a lasciare la prima infanzia in un cronico deficit di attenzioni sociali e istituzionali»

di Redazione

Parte un nuovo progetto per riportare l’attenzione sui bambini che vivono in famiglie povere e/o immigrate. Si chiama “TFIEY Transatlantic Forum on Inclusive Early Years – Investire per lo sviluppo dei bambini che vivono in famiglie povere e/o immigrate” e si basa sulla collaborazione tra Europa, Stati Uniti e Canada sui temi della povertà infantile. Per l’Italia in campo è scesa la Compagnia di San Paolo di Torino, con la collaborazione scientifica della Fondazione Zancan di Padova.

In questi giorni è in corso a Ghent (Belgio) il primo dei sei meeting internazionali previsti da qui a fine 2015. Il progetto ha lo scopo di capire quali politiche, strategie, pratiche innovative possono incrementare le conoscenze e trasformarsi in servizi a favore dei bambini che vivono in famiglie a basso reddito, immigrati o che non hanno il necessario per crescere bene.

Sono numerosi gli eventi in agenda per i prossimi tre anni, sia in Italia sia all’estero: «Sono previsti sei forum internazionali e altrettanti eventi nazionali di riflessione», spiega Marzia Sica, Program Manager della Compagnia di San Paolo. «Ci saranno anche incontri di studio con operatori dell’area prima infanzia, per approfondire e disseminare idee e proposte con diversi strumenti comunicativi per condividere le conoscenze». Ogni incontro internazionale, infatti, sarà preparato da un evento nazionale, che servirà a fare il punto sullo stato dell’arte in Italia su diversi aspetti, che saranno poi oggetto di confronto tra stati. «In questo primo evento in Belgio ci si concentrerà sulle diverse condizioni di accesso ai servizi per la prima infanzia, le barriere, i bisogni dei bambini, in particolare quelli più poveri, e quali risposte riescono a trovare», sottolinea il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato, secondo cui il progetto offre «una preziosa opportunità per il nostro paese: le proposte che emergeranno saranno un contributo all’innovazione, proprio in un momento in cui le grandi difficoltà che stiamo vivendo porterebbero a pensare il contrario. Non si può continuare a lasciare la prima infanzia in un cronico deficit di attenzioni sociali e istituzionali. Significherebbe continuare a non coltivare la vita».

A livello nazionale sarà anche avviato uno studio su “Povertà e deprivazione infantile: barriere alla speranza di crescere”. Coinvolgerà assistenti sociali, pediatri e volontari attivi nell’area della prima infanzia, per capire chi sono i bambini che vivono in condizione di povertà e deprivazione e come i loro genitori riescono a prendersi cura di loro.

Il progetto è coordinato dalla fondazione King Baudouin Foundation e coinvolge: Jacobs Foundation (Svizzera), Fundação Calouste Gulbenkian (Portogallo), Lego Foundation (Danimarca), Bernard Van Leer Foundation (Olanda), Universal Education Foundation (Olanda), Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariplo (Italia), Foundation for Child Development (Usa), California Community Foundation (Usa), Atlantic Philantropies (Usa).

 

 


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