Welfare

Lavoro e integrazione quali opportunità?

A Roma un incontro tra istituzioni ed esperti che lancia il progetto "Re-Lab: start up your business" che ha l'obiettivo di offrire un percorso di formazione, accompagnamento e supporto finanziato alla costruzione d'impresa

di Redazione

Complice la crisi economica, i dati sull’occupazione degli stranieri registrano preoccupanti segnali di deterioramento: il tasso di occupazione sceso intorno al 60%, oltre il 42% di disoccupati stranieri in cerca di lavoro da oltre un anno mentre un terzo degli stranieri svolge un lavoro di bassa specializzazione. In controtendenza all’imprenditoria nazionale, invece la partecipazione di stranieri ad attività indipendenti è continuata a crescere (+8,3% rispetto al 2010 vale a dire + 20.000 unità). Oltre il 57% dei titolari d’imprese in Italia sono stranieri (fonte: Dossier Statistico Immigrazione 2012 della Caritas Migrantes).

I risultati della ricerca Le Strade dell’Integrazione (finanziata dal Fondo Europeo per i Rifugiati e realizzata dal Consiglio Italiano per i Rifugiati, assieme ad altri enti di tutela e all’Università “Sapienza”) ha dimostrato come questi dati, che valgono per i cittadini stranieri tout court, riflettano la situazione anche dei rifugiati e dei beneficiari di protezione sussidiaria: il 44,6% degli intervistati è disoccupato, il 4% non risponde, e solo il 51,4 % risponde che ha un’occupazione.
Altro dato indicativo è che le occupazioni sono molto spesso non in linea con quella che è l’esperienza personale pregressa dei rifugiati: tra i laureati che hanno risposto al questionario, c’è chi fa il bracciante agricolo, chi il custode, chi distribuisce giornali, chi è muratore, quei pochi che riescono ad avere una collocazione di lavoro non manuale lavorano con modalità estremamente precarie come interpreti o mediatori. Solo uno tra gli intervistati ha un’attività in linea con la sua professione, il pediatra.

La riflessione è allora intorno all’idea che la dimensione del lavoro non sia solo legata alla sopravvivenza, ma aiuti a ricostruire una propria identità. Alla domanda se non possa essere la microimpresa una strada di integrazione per i rifugiati, divenendo una reale opportunità cerca di rispondere un confronto tra istituzioni ed esperti che lancia “Re-Lab: star up your business”.
Il progetto “Re-Lab: start up your business”, finanziato dal Fondo Europeo per i Rifugiati e promosso dall'International Training Centre of the ILO, insieme con il Cir, Micro Progress Onlus, l'Associazione Microfinanza e Sviluppo e il Comune di Venezia, è rivolto a titolari di protezione internazionale e intende intercettare questo segmento di persone ricche di risorse e di esperienze professionali qualificate ma che fin qui non hanno incontrato un’opportunità adeguata, offrendo un percorso di formazione,  accompagnamento e supporto finanziario alla costruzione d’impresa.

A questi temi è dedicato il confronto in programma mercoledì 16 gennaio, dalle ore 9.45 alle 13, a  VillaAldobrandini, nella sede Unidroit in via Panisperna, 28 a Roma, nella  Sala dei Mappamondi (secondo piano)

In allegato il programma dell’incontro
 

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