Salute

Trapianti: boom di donazioni, ora Italia prima in Ue

Storico record del nostro Paese, da sempre fanalino di coda nel vecchio Continente. Il primato all'Emilia Romagna

di Gabriella Meroni

Impennata di donazioni d’organo in Italia. Tanto che, nel 2001, il nostro paese ha registrato la maggior crescita rispetto a tutto il resto d’Europa. Dal 1 gennaio al 31 agosto, infatti, la media di 17,3 donatori per milione di persone, un balzo in avanti rispetto ai 15,1 dello stesso periodo del 2000. Sono i dati diffusi oggi dal Centro nazionale trapianti al congresso della Societa’ italiana trapianti d’organo al via a Genova. Un’esplosione che ‘brucia’ la media europea, assestata lo scorso anno sui 16,5 donatori. ”E pensare che l’Italia era il fanalino di coda -afferma Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti illustrando i dati- ora e’ diventato un esempio in Europa”. ”E questo -interviene Umberto Valente, presidente del congresso genovese- a dimostrazione che l’organizzazione sul territorio premia”. Chiave del successo, i donatori over 60: considerati sino a ieri marginali, in alcune regioni come l’Emilia Romagna sono diventati lo ‘zoccolo duro’, costituendo la fascia d’eta’ piu’ rappresentata fra i donatori. E il trend e’ in crescita in tutta Italia con un primato tutto toscano: una donna di Viareggio ha donato il suo fegato a 93 anni, e il ricevente sta bene. A guidare la classifica regionale delle donazioni c’e’ l’Emilia Romagna (35 donatori effettivi per milione di persone) seguita dalla Toscana (31,8), dal Piemonte-Valle d’Aosta (28,2) e dal Veneto (27,9). L’incremento piu’ consistente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si e’ avuto in Toscana (+8,9), ma anche il Lazio e la Sicilia sono in forte crescita. Fanalino di coda, invece, Marche, Calabria, Basilicata e Campania. E per la Basilicata c’e’ un vero e proprio allarme: le donazioni sono basse, ma e’ anche raddoppiato il ‘no’ al donare i propri organi; nei primi sette mesi del 2001 si e’ assestata al 60%, contro il 33,3% dello stesso periodo dello scorso anno. Nei primi otto mesi del 2001 sono stati eseguiti 1.859 trapianti da cadavere. A guidare la classifica regionale questa volta e’ la Lombardia, seguita dal Veneto, dal Piemonte-Valle d’Aosta e dall’Emilia Romagna, dove nei primi giorni di settembre e’ stato eseguito il primo trapianto europeo multiviscerale con fegato. Sono 15 le regioni italiane dove, dal 1 gennaio al 31 luglio 2001, sono stati fatti dei trapianti. Nessun intervento, invece, in Basilicata, Marche, provincia autonoma di Bolzano e provincia autonoma di Trento. Nel quadro incoraggiante non mancano le ombre, fra cui soprattutto la lunghezza delle liste d’attesa. Per alcuni organi, in particolare per il cuore, gli operatori sono preoccupati per la carenza. ”E’ maturata la cultura del trapianto in Italia -commenta Valente, direttore del Dipartimento trapianti d’organo dell’ospedale San Martino di Genova- ma per quanto riguarda la donazione il nostro invito e’ quello di continuare a lavorare perche’ la crescita continui. Gli italiani non devono dimenticare che hanno quattro volte di piu’ la possibilita’ di ricevere un organo che di doverlo donare”. ”La donazione degli organi in Italia ha ormai i capelli bianchi -conclude Franco Mosca, presidente della Societa’ italiana trapianti d’organo- e gli ex donatori ‘marginali’ adesso sono la salvezza per molte persone. Merito anche dei progressi e delle tecniche: c’e’ ancora molto da fare, ma la strada e’ aperta”.


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