Mondo
I Talebani invitano i reverendo Jesse Jackson a Kabul
«Per una missione di pace»
Il regime dei Taleban ha invitato a recarsi nella regione il reverendo Jesse Jackson per guidare una ”delegazione di pace”. Lo ha reso noto lo stesso leader democratico afroamericano – che e’ stato protagonista di diverse missioni in paesi nemici degli Stati Uniti per il rilascio di ostaggi americani, l’ultima nel 1999 a Belgrado, durante la guerra del Kosovo, per liberare tre soldati americani catturati dai serbi – il quale ha detto di non aver deciso se accettera’ o meno l’invito.
”Dobbiamo valutare il significato di questo invito, non saremo precipitosi – ha detto Jackson – se sara’ possibile fare qualcosa per incoraggiarli a smantellare quelle basi terroristiche, per decidere di consegnare i sospettati e rilasciare gli ostaggi cristiani, piuttosto che impegnarci in una lunga e sanguinosa guerra, allora li incoraggero”’. Gli ostaggi sono gli otto occidentali, due americani, due australiani e quattro tedeschi, sotto processo a Kabul con l’accusa di aver fatto proselitismo cristiano attraverso l’Ong per la quale lavoravano.
Bush ha inserito il loro rilascio nella lista delle richieste fatte al regime dei Taleban. L’invito a recarsi in Pakistan per colloqui e’ arrivato ieri con un telegramma di Mohammed Sohail Shaheen, portavoce dell’ambasciata dei Taleban ad Islamabad. ”Vorremmo vedere una soluzione della situazione tale che possa presevare l’integrita’ e la dignita’ di tutte le parti – recita il messaggio – allo scopo di evitare una catastrofe umanitaria che investirebbe il popolo afghano a seguito degli attacchi militari”. Jackson ha gia’ parlato con il segretario di Stato, Colin Powell, il quale ha ribadito la posizione di George Bush: nessun negoziato con i Taleban. Ma non avrebbe chiesto al leader democratico di non andare. Medesimo il messaggio dalla Casa Bianca: ”l’unica cosa che posso fare e’ ripetere quanto ha detto il presidente, che non intraprendera’ nessun negoziato o preservare con i taleban” ha detto il portavoce Ari Fleischer.
Pur non avendo ancora deciso, Jackson ha espresso la speranza che ”il fatto di aver chiesto una delegazione di pace sia un ponte verso il dialogo: o il governo dei taleban sceglie di rimanere solo e subisce la pressione di tutto il mondo, o deve scegliere un modo onorevole per uscire da questa situazione”.
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