Welfare

Daniele: «L’high tech ci esclude»

L'unione italiana ciechi e ipovedenti lancia la nuova campagna per l'accessibilità digitale

di Carmen Morrone

«Ci rivolgiamo a chi governa e a chi governerà»,  precisa Tommaso Daniele presidente dell’Unione italiana ciechi ipovedenti che oggi -giorno di santa Lucia protettrice della vista e 54esima giornata del cieco- lancia la campagna  contro la nuova esclusione sociale  dei ciechi dovuta alle tecnologie non accessibili. Apparecchiature  per il lavoro, servizi bancari, servizi sanitari sono aggiornati secondo nuove tecnologie che però non sono state progettate per tutti.

«Centralinisti e fisioterapisti sono professione molto diffuse fra chi non vende. Le strumentazioni elettroniche di ultima generazione escludono i ciechi dal loro utilizzo. Le nuove macchine, ad esempio, sono spesso touch screen, ma come ciechi noi lo schermo non lo possiamo vedere», spiega Daniele.

Esclusione nei servizi pubblici e privati. Daniele fa qualche esempio, premettendo che «nel 2004 abbiamo ottenuto la legge Stanca che obbliga le pubbliche amministrazioni a rendere accessibili i siti web. Regolamenti obsoleti e non più rinnovati hanno di fatto reso inapplicabile la norma».

Negli uffici pubblici e privati gli strumenti elimina code segnalano le informazioni solo a livello visivo e non permettono a ciechi e ipovedenti di usufruire correttamente del servizio.

Nel mondo della scuola, il registro elettronico degli insegnanti non tiene conto dell'esistenza di professori e genitori ciechi e ipovedenti mostrando una volta di più l'insensibilità dello Stato per la formazione e la cultura».

Le audiodescrizioni dei programmi televisivi, nonostante il contratto di servizio Stato-Rai, sono assolutamente carenti sia quantitativamente sia qualitativamente.

Cresce l'uso di ebook ma il loro utilizzo risulta praticamente nullo da parte di persone con handicap visivo.

La maggior parte dei bancomat e postamat è inaccessibile a causa dell'indisponibilità della sintesi vocale. Minando gravemente l’inalienabile indipendenza personale di ciascuno.

Nelle abitazioni la mancanza di accorgimenti tecnici, assolutamente di facile realizzazione, non permette l'uso degli elettrodomestici.

L’unione italiana ciechi e ipovedenti non è nuova a proteste a gran voce. «Eppure non è nel nostro stile. Preferiamo il dialogo. Protestiamo, anche in maniera plateale solo quando non riusciamo a trovare un interlocutore».
 


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