Volontariato

Volontariato culturale, un grande futuro davanti

La sintesi degli Stati generali, che hanno visto la partecipazione dei presidenti di tutte le maggiori organizzazioni non profit. Presentato il progetto Ars, un milioni di euro per un’impresa sociale che valorizzi il patrimonio e crei occupazione

di Giuseppe Frangi

La sala superaffollata è il primo indice dell’interesse sul tema: il volontariato per i beni culturali. Ieri nel contesto bellissimo della Villa Reale di Milano (che ospita la Galleria d’arte Moderna) abbiamo assistito ad un confronto molto vitale che rende evidente quanto questo settore sia decisivo nella doppia direzione, della valorizzazione del patrimonio e nel costruire occupazione vera per i giovani.

Le due relazioni di apertura infatti si sono subito proiettate in avanti. Pier Luigi Sacco ha spiegato con grande chiarezza in che termini il volontariato culturale sia un fattore decisivo di innovazione. «Bisogna smettere di pensare alla cultura come un giacimento. Questo è un discorso che vede il patrimonio come una rendita. Invece non è così: il patrimonio si deve tradurre in esperienza, deve cambiare lo sguardo. In un certo senso il patrimonio siamo noi. Per questo il volontariato è fattore di innovazione. E non deve aver timori di evolvere questa innovazione anche in impresa».




Anna Maria Buzzi, direttrice generale per la Valorizzazione del Ministero dei Beni Culturali, dopo aver brevemente dato un quadro sui numeri, ha spostato l’attenzione sul tema cruciale del pubblico: «Al netto del turismo straniero e del pubblico portato nei musei delle scuole, scopriamo che c’è una fascia di italiani, quella tra i 30 e i 55 anni che nei musei non mette mai piede. Questo è un fatto che non possiamo accettare senza una riflessione e una strategia». Il volontariato ovviamente diventa un motore decisivo per smuovere questa situazione. Tra l’altro la direzione Valorizzazione ha promosso un questionario online sul tema del Museo che vorrei, a cui sono già arrivate 10mila risposte 10mila

Altro momento clou del pomeriggio la presentazione di Ars da parte di Diego Visconti, presidente di Fondazione Accenture Italia.

Si tratta di una call per un’idea imprenditoriale che abbia tre caratteristiche: valorizzi una situazione del patrimonio culturale (nei settori arti visive), che sia non profit e che porti a creare lavoro stabile. Il concorso prevede per il vincitore un finanziamento da 1 milioni di euro, tra risorse economiche e pro bono. «La nostra scommessa» ha detto Visconti, «è che attraverso la valorizzazione del patrimonio si creino posti di lavoro veri, in un progetto che deve esser sostenibile nel tempo. Il sistema produttivo culturale è uno dei pochi in trend positivo e in crescita. Ma al suo interno l’unico settore in sofferenza è quello legato alla valorizzazione del patrimonio artistico.

Il pomeriggio è poi proseguito con il confronto molto intenso e pragmatico tra i presidente delle maggiori associazioni che in questi anni hanno portato avanti importanti esperienze di volontariato culturale, il Fai con Ilaria Borletti, Italia Nostra con Marco Parini, Il Touring Club con Franco Iseppi, Fondazione CittàItalia con Ledo Prato. A loro si è aggiunta la voce sempre originalissima di Fiorenzo Galli, direttore generale del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

È stata quindi la volta del racconto di alcune best practice, che potete conoscere direttamente andando ai link dei loro siti:

  1. La Magna Charta del volontariato per i beni culturali in Toscana
  2. L’esperienza di valorizzazione territoriale di Insieme Groane, a nord di Milano
  3. Le associazioni che si sono messi in rete in Val di Susa raccontate da Gianluca Popolla
  4. L’esperienza dei volontari del Museo Diocesano di Milano
  5. Il volontariato (e la passione) che evolve in lavoro, con l’esperienza della cooperativa Fatti di Carta di Casarano, Lecce
  6. Ha chiuso la giornata il progetto del Gruppo archeologico ambosiano che con un finanziamento Cariplo sta coinvolgendo scuole lombarde nella schedatura dei reperti di alcune aree minori

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