Famiglia

Conciliazione, la carica delle coop

Nell'elenco dei progetti finanziati con la legge 53, il 44% sono coop sociali e onlus. Un bel (nuovo) segnale. L'Emilia Romagna è la regione più attenta

di Sara De Carli

Claudia Fiaschi ce lo aveva detto scherzando. «Si dice che nella cooperazione sociale le buone pratiche di conciliazione nascano naturalmente. È davvero così?», le avevamo chiesto. «Con una battuta io dico che non dovrebbe essere più normale, così potremmo chiedere i fondi anche noi!», aveva risposto.
Scorrendo gli elenchi delle realtà che hanno chiesto i finanziamenti della legge 53, articolo 9, per facilitare la conciliazione tra famiglia e lavoro, si scopre il trend è quello davvero. Sui 190 progetti ammissibili a finanziamento, il 40% sono stati presentati da onlus e cooperative sociali. Sugli 87 approvati e finanziati, quelli a firma di onlus e coop sociali (c’è pure una parrocchia, quella di San Domenico in Veneto, a dire il vero, che avrà un finanziamento di 12mila euro), sono quasi il 44%. Anche se poi i fondi destinati a loro sono complessivamente poco più di 2,5 milioni di euro, pari al 38% dei 6.749.404, 44 assegnati. In ogni caso, una tendenza interessante e da salutare con favore da tutti i punti di vista. Fra i progetti finanziati con cifre più alte, Actl, in Umbria, che avrà un finanziamento di 308.856 euro) e l’associazione Oasi Maria Santissima, in Sicilia (294.315 euro).
Tra i nomi più noti, nel mondo sociale, ci sono Ctm Altromercato e Mag. Nel mondo cooperativo, anch'esso abbondantemente presente, Coopservice e Manutencoop, entrambe in Emilia Romagna (regione che tra l'altro è sede di 21 progetti vincitori su 87), si portano a casa rispettivamente 380.027 euro e 293.009 euro. Nel profit, Coca Cola (che sbanca con 392.949 euro) e Menarini (222.320 euro). Zero finanzimento invece per Whirpool e Autostrade per l’Italia.
 


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