Non profit

Volontari richiesti dagli enti, è crollo

Domande crollate del 30% in un anno e di oltre il 50% rispetto al 2009. "Siamo scoraggiati e disorientati", indica Licio Palazzini, presidente di Arci servizio civile e della Consulta nazionale (in via di ripristino)

di Daniele Biella

Servizio civile, allarme rosso fuoco: anche gli enti sembrano in procinto di abbandonare la nave. I freschi dati sul numero di volontari richiesti in vista del bando 2013 non lasciano molti dubbi: quest’anno ci si è fermati a 43.280 posti (vedi nel dettaglio in fondo all’articolo) contro i 60mila del 2011 e i 69.700 del 2010. In soli 12 mesi, quasi il 30%. Molto meno della metà, invece, rispetto ai 99.925 del 2009. Cosa succede? Vita.it lo chiede a Licio Palazzini, appena rieletto presidente di Asc, Arci servizio civile (l’ente con il maggior numero di giovani avviati) e presidente della Consulta nazionale, organo di coordinamento tra enti, volontari e istituzioni tuttora in attesa di sapere se verrà risparmiato dai tagli governativi.

Gli enti di invio dei volontari non hanno più fiducia nel Scn, Servizio civile nazionale?
Siamo di fronte a un mix di disorientamento e scoraggiamento. Il dato della drastica diminuzione delle richieste è più che evidente, e ciò può essere ricondotto a fattori esterni e interni. Quelli esterni sono legati alla crisi, naturalmente. Quasi tutti gli enti, in primo luogo quelli più motivati che fino ad ora avevano partecipato in modo molto attivo alla vita del Scn, sono alle prese con le conseguenze di tagli economici a cascata: il governo taglia su politica sociale e assistenza, gli enti locali non possono più sostenere le convenzioni con gli enti, questi  ultimi chiudono i servizi che hanno portato avanti finora, quindi in tali situazioni specifiche i giovani in servizio civile non hanno più ragion d’essere.

Quali sono i fattori interni del crollo delle richieste di volontari?
Sono principalmente due. A livello nazionale, pesa l’indeterminatezza dell’esito della domanda: l’aleatorietà con la quale l’Unsc, Ufficio nazionale del servizio civile, valuta i progetti spinge molti enti, in questo periodo di difficoltà, a non investire troppo sulla qualità e a concentrarsi soprattutto su quei settori cardine della propria esistenza. A livello regionale, invece, il motivo della debàcle delle richieste è riconducibile alla discutibile scelta di alcune regioni, come Veneto, Emilia Romagna o Puglia, di ridurre il processo di valutazione dei progetti ponendo un numero limite di volontari da richiedere per ciascun ente. Cosa che ha conseguenze paradossali, ad esempio l’impossibilità di richiedere più di 8 volontari in un grande Comune, come ci è successo.

Quanti volontari ha richiesto  quest’anno Arci servizio civile?
Ci siamo fermati a 2485, ovvero 400 in meno rispetto al 2011. Anche noi, come gli altri, viviamo appieno questa fase di disorientamento. Basta un dato per capire il cortocircuito attuale del Scn: per l’ultima progettazione, che si è chiusa al 31 ottobre 2012, abbiamo cominciato a lavorare almeno a maggio, per chiedere ai nostri consociati le informazioni per scriver ei progetti; invece, se tutto va come deve, il prossimo bando ministeriale vedrà la luce non prima di ottobre 2013: stiamo parlando di un lasso di tempo di 18 mesi, un anno e mezzo in cui un ente, e le singole strutture, devono stare sul chi va là, anche sapendo che c’è la probabilità che il propri progetto alla fine non venga nemmeno approvato o finanziato. È plausibile una situazione del genere?

 

Nota: I dati della progettazione 2012 (fonte Unsc) parlano di 43.280 volontari richiesti dagli enti e 4.188 progetti presentati, così suddivisi: 1.756 progetti per 25.303 volontari per quanto riguarda il bando di servizio civile nazionale, 2.432 progetti per 17.977 giovani per i bandi di Regioni e Province autonome.


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