Salute

A Bruxelles una vittoria a metà

Confermata l’abrogazione del Regolamento 41/2009. Ma dalla lettura delle premesse del nuovo Regolamento emerge l'intenzione di garantire le condizioni dal precedente Regolamento, il 41/2009 abrogato. In particolare sulla differenza tra alimenti di consumo “per tutti” senza glutine e alimenti appositamente formulati per i celiaci.

di Carmen Morrone

A questo risultato si è arrivati il 14 novembre scorso a Bruxelles quando ha avuto luogo un importante confronto tra Commissione, Consiglio e Parlamento europei sulla Proposta di Regolamento della Commissione COM 353. A seguito di questo confronto, dove è emersa la versione finale del testo di Regolamento, che, secondo l’iter legislativo europeo, potrebbe già essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale Europea nei primi mesi del 2013.
 

I celiaci raccolgono solo un parziale risultato considerando che nelle premesse del Regolamento è stata  chiarita esplicitamente la differenza tra alimenti specificamente formulati per celiaci (gli attuali “dietetici”) e gli alimenti di consumo corrente.

Anche la definizione degli alimenti per celiaci  migliora quella precedente (che l’AIC-Associazione Italiana Celiachia aveva già più volte segnalato come non esaustiva), specificando che gli alimenti appositamente formulati per celiaci non sono solo quelli in cui il glutine è stato ridotto, ma anche quelli dove viene del tutto sostituito.

La battaglia a livello europeo dell’Unione Nazionale Consumatori a fianco dell’Associazione Italiana Celiachia non si ferma, con l’obiettivo di vigilare a questo punto su un trasferimento coerente e completo delle indicazioni del Regolamento 41/2009 nel Regolamento sulle informazioni sugli alimenti ai consumatori (1169 del 2011) al fine di garantire il mantenimento delle tutele riconosciute sino ad oggi sui prodotti dietetici per celiaci.
Questa norma è destinata a regolamentare gli alimenti destinati a categorie vulnerabili della popolazione, quali alimenti essenziali per la dieta di lattanti e bambini piccoli e persone affette da patologie specifiche. Tra queste, non sono stati compresi i celiaci che, con questo testo, si vedono declassati a pazienti di serie B, anche rispetto a coloro che devono perdere peso, condizione sicuramente degna di attenzione, ma transitoria.

Purtroppo sull’esito di questo iter ha pesato molto il recente appoggio dato dalla Federazione delle Associazioni dei celiaci europee (AOECS) alla Proposta della Commissione, di fatto contro la posizione assunta dal Parlamento a giugno, che aveva richiesto la reintroduzione degli alimenti per celiaci all’interno di questo Regolamento.

L’Associazione Italiana Celiachia, a fianco delle istituzioni Italiane, dell’Unione Nazionale Consumatori e delle Associazioni di categoria dei produttori, italiana (AIIPA) ed europea (IDACE), ha portato avanti un instancabile lavoro di sensibilizzazione degli Europarlamentari sulla questione.

«Purtroppo l’isolamento dell’Italia, affiancata dalle sole Associazioni Celiachia Francese e Austriaca, ha portato alcuni ad interpretare strumentalmente la  battaglia come “questione italiana, quando invece le nostre preoccupazioni riguardano tutta la popolazione celiaca europea, che rischia di vedersi delegittimata nei propri diritti e di vedere messe a rischio le garanzie e le tutele di sicurezza e qualità dei prodotti dietetici senza glutine. Il mancato riconoscimento dei celiaci, quale categoria vulnerabile della popolazione, e dei prodotti specificamente formulati per celiaci, quali alimenti essenziali nella dieta senza glutine, apre, infatti, le porte ad uno scenario di smantellamento delle tutele dirette dei celiaci e dei livelli di sicurezza e qualità dei prodotti dietetici senza glutine», scrivono in una nota Aic e Unione Nazionale consumatori.

«Su questa vicenda hanno pesato le recenti problematiche scaturite da interpretazioni quantomeno fantasiose del Regolamento 41/2009 da parte delle Food Agency di alcuni paesi del Nord Europa che hanno vietato l’impiego della dicitura senza glutine nella ristorazione e nei laboratori artigianali», aggiunge la nota.

Aic e Unione Nazionale consumatori  concludono: «Oggi diventa necessario vigilare in cooperazione con le Istituzioni italiane, che si sono distinte in ambito europeo per l’impegno a difesa dei celiaci al fine di garantire il mantenimento delle tutele riconosciute sino ad oggi sui prodotti dietetici per celiaci».


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