Welfare

Sla, il governo promette o illude?

I malati sospendono la mobilitazione dopo che il governo si impegna a raddoppiare i fondi, varare i nuovi Lea e fornire le vere cifre della disabilità grave. Solo parole o realtà? Giudicate voi

di Gabriella Meroni

Hanno sospeso la mobilitazione i malati di Sla del Comitato 16 novembre che avevano inscenato mercoledì 21 una protesta estrema (alcuni minacciavano di morire sul posto, senza respiratore) davanti al ministero dell'Economia a Roma per chiedere fondi congrui per le persone non autosufficienti. Il governo ha promesso infatti di raddoppiare i 200 milioni stanziati dalla legge di stabilità (neppure tutti per i malati di Sla), e ai pazienti autoconvocatisi in via XX Settembre le promesse sono bastate. "Ora siamo più tranquilli", ha detto all'Adnkronos Giuseppina Usala, moglie di Salvatore, il malato di Sla in sciopero della fame parziale dalla scorsa settimana. "Tanto che tutti i malati hanno sospeso lo sciopero della fame".  

Ma cosa ha detto il governo per essere tanto convincente? A sentire i resoconti di giornata, molte cose roboanti. Primo: ha promesso il raddoppio dei 200 milioni stanziati nella legge di stabilità a favore dei non autosufficienti (non solo i malati di Sla, dunque, ma "anche"). Secondo, ha assicurato il ripristino dei Lea entro l'anno e, terzo, la presentazione di una ricerca "urgente" sui numeri della disabilità grave in Italia.

Proviamo a vedere se sono solo parole. Il ministro Renato Balduzzi, a distanza, dalla conferenza governativa sull'amianto, ha invitato i malati di Sclerosi laterale amiotrofica "a non drammatizzare la situazione e a fidarsi delle istituzioni", perché  "Governo e del Parlamento sicuramente non li lasceranno da soli", aggiungendo anche che i malati di Sla affrontano la vita spesso con una "grande capacità di ironia".

E ne servirà, di ironia, quando ci si renderà conto che quanto detto dal ministro è una pura pacca sulla spalla. A oggi, i fondi per le non autosufficienze nella legge di stabilità rimangono fermi a 200 milioni. Per aumentare la dotazione servirebbe che il Senato modificasse la legge, trovando altre coperture; e si sa quanto alla Camera si è faticato per ottenere il poco che si è recuperato. Il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo – lui sì, sceso a  incontrare una delegazione di manifestanti – si è sbilanciato non poco, promettendo addirittura 400 milioni. Certo, se lo dice l'Economia c'è da fidarsi, resta da vedere dove si recupereranno i fondi e da quale altra voce di spesa sociale saranno tagliati.

I Lea. Di una loro riforma "definitiva" si parla almeno dal 2008, quando il Dpcm  23 aprile 2008 ridefinì quelli del 2001 arrivando a un totale di oltre 5700 tipologie di prestazioni e servizi per la prevenzione, la cura e la riabilitazione. Quattro anni sono passati, ma i "nuovi lea" – coma da tempo denunciano le associazioni dei disabili – non sono ancora operativi. Il decreto Balduzzi, divenuto legge a fine ottobre, mette di nuovo mano alla materia, ma il nodo si sa qual è: mancano i decreti attuativi dei Lea perché mancano i soldi, la sanità è in deficiti in molte regioni e forse questi nuovi livelli essenziali di assistenza non ce li possiamo permettere, soprattutto in tempi di spending review. Prometterli entro il 31 dicembre è realistico?

L'indagine urgente sulla disabilità grave. A prometterla è arrivato in piazza il senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione  d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale, che questa indagine ha avviato due anni fa. Giustamente, avendo seguito l'iter dell'indagine,  la vicepresidente del Comitato 16 novembre Mariangela Lamanna ha fatto notare che questa "sarebbe già dovuta essere pronta, e non essere annunciata come iniziativa urgente". Marino, incurante del ridicolo, secondo l'Adnkronos si è "impegnato a fornire al Ministero in tempi brevissimi le cifre esatte sui disabili gravi". Una bella impresa, visto che dal luglio 2010, quando l'indagine fu avviata, la Commissione presieduta da Marino vi abbia dedicato solo 5 sedute (l'ultima a giugno), ascoltando in audizione solo tre esperti. Ricordiamo al senatore che non vale fare ricerche con Google. E al governo che sarebbe un peccato illudere i disabili gravi con promesse che non si è in grado di mantenere.


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