Welfare

Una sentenza che punisce solo i limiti della scienza

Secondo il segretario generale di Cittadinanzattiva, Antonio Gaudioso «passano impunite le responsabilità di chi dovrebbe governare la sicurezza del nostro territorio»

di Redazione

«Una sentenza strana che punisce i più esposti, lascia impuniti troppi e non tutela il diritto civico alla sicurezza del territorio», è questo il commento di Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva in merito alla sentenza di ieri che condanna i sette membri della Commissione Grandi Rischi per aver dato «avvertimenti insufficienti» sul terremoto dell'Aquila dell'aprile 2009.      
«Abbiamo rinunciato a partecipare a questo processo come parte civile perchè erano troppe le perplessità ed oggi vediamo confermati i nostri dubbi. La comunicazione che seguì la seduta della Commissione grandi rischi del 31 marzo fu probabilmente poco chiara ma la condanna, in questo senso, può essere per negligenza, non certo per omicidio colposo. Che fine fanno, con una sentenza del genere, le responsabilità politiche degli amministratori locali (non solo all'Aquila) che per anni hanno        consentito la costruzione di nuovi edifici in totale dispregio della normativa antisismica, di chi non ha preso sul serio le segnalazioni dei cittadini          sullo stato di certi edifici come la Casa dello Studente, di chi non ha investito in          prevenzione (non c'erano né aree di raccolta né di attesa attrezzate a L'Aquila, né tantomeno comunicazione), di chi ha consentito abusi edilizi (vedi Ospedale de L'Aquila)? 
     
Negli anni abbiamo sperimentato la disponibilità e la collaborazione della Commissione Grandi Rischi, nonché la competenza di alcuni suoi componenti: ricordiamo ad esempio che nel 1999 Barberi realizzò il famoso rapporto sullo stato degli edifici pubblici nelle zone sismiche del sud Italia, mai utilizzato dai Comuni, compreso quello dell'Aquila.

«Il rischio con questa sentenza», conclude Gaudioso, «è che si puniscano i limiti della scienza e passino impunite le responsabilità, ben più diffuse, di chi dovrebbe governare la sicurezza del nostro territorio».

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