Famiglia
«Non si prelevano mai i bambini a scuola»
Il presidente del Telefono Azzurro interviene sul caso del bambino conteso di Cittadella: «Le forze dell'ordine non sono formate per interventi di questo genere»
di Redazione

Un video che è un pugno allo stomaco e che «evidenzia l’impreparazione degli adulti nella gestione del caso». È questa la prima reazione del presidente del Telefono Azzurro Ernesto Caffo di fronte alle immagini del bambino conteso di Cittadella.
Era proprio necessario andarlo a prelevare a scuola?
Assolutamente no. Quello è stato il segno del deficit di formazione che gli adulti hanno dimostrato in questo drammatico caso. E mi riferisco al giudice, ai poliziotti e agli assistenti sociali e agli avvocati. Fare un’operazione di quel tipo nella scuola di fronte ai compagni ha fatto del male al bambino, agli altri alunni, ai suoi genitori e a tutta la comunità. Nelle scuole queste cose non si fanno.
Ritiene che sia un caso isolato?
Credo di no. È un episodio fra mille altri che accadono senza che nessuno dica bè. Questo invece grazie al filmato non sarà facilmente dimenticato.
Come ci si sarebbe dovuti comportare invece?
Il problema è che nessuno ha messo al centro le esigenze del bambino. Invece è da lì che si dovrebbe partire. E questo in primis non l’hanno compreso i genitori e a seguire tutti gli altri. Il bambino è il bene primario. E un bambino non può essere diviso in due fazioni. A Cittadella in troppi sono stati tragicamente superficiali.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.