Non profit

In arrivo 550 giovani per le zone terremotate

Saranno inviati 500 volontari in Emilia Romagna, 35 in Lombardia e 15 in Veneto. "Una nota positiva, così come la probabile rinascita della Consulta. Ma ci sgomenta la lentezza delle istituzioni nell'affrontare le altre necessità del servizio civile", denuncia Licio Palazzini

di Daniele Biella

Servizio civile volontario, due lampi di luce nel periodo più nero della sua storia: è in arrivo a breve un bando speciale per le zone terremotate da 550 volontari. Mentre per la Consulta nazionale del servizio civile, di cui già si intonava il de profundis, c’è un’inaspettata rinascita in vista: “c’è l’impegno del ministero per la Cooperazione e l’integrazione a tenerla in vita. Ma non si sa in quale forma”, conferma Licio Palazzini, presidente a fine mandato della Consulta (che rimane nella sua formulazione attuale, ovvero composta da Unsc, Ufficio nazionale servizio civile, enti pubblici, Terzo settore e rappresentanza dei volontari fino al 27 ottobre 2012) e di Arci servizio civile.

L’Unsc ha comunicato la prossima uscita di un bando speciale per il post terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna e altre regioni. Quali sono i tempi, i fondi e quanti volontari saranno inviati?
I tempi non sono ancora stati indicati, mentre si sa il numero dei volontari, che saranno 550 in tutto: 15 in Veneto, 35 in Lombardia, mentre la maggior parte, 500, opererà in Emilia Romagna, così suddivisa: 350 in attività di assistenza, educativa e promozione culturale; 50 a tutela del patrimonio artistico; infine, 100 saranno stranieri, che partiranno grazie a un bando regionale dell’Emilia Romagna. Per quanto riguarda i fondi, il capo dell’Ufficio nazionale Paola Paduano ha comunicato di avere reperito tre milioni di euro dal Dipartimento della gioventù, quindi soldi a parte da quelli stanziati per il prossimo bando nazionale.

Giovedì 4 ottobre 2012 si è svolta quella che sembrava essere l’ultima Consulta, dato che nell’agosto scorso la spending review governativa l’ha soppressa. È stato un vero commiato?
Non direi, e questa è la nota positiva: è stato avviato un passo importante per non far morire l’organo di rappresentanza, perché ritenuto importante dallo stesso staff ministeriale presente all’incontro. Detto questo, rimango comunque molto preoccupato per la lentezza con cui si stanno decidendo le sorti della stessa Consulta, così come del Comitato Dcnan (Difesa civile popolare e nonviolenta, cancellato anch’esso dai tagli governativi, ndr). Basti pensare che sono passati due mesi da quando abbiamo sollevato la questione, e la risposta, parziale, ci è arrivata solo ora.

Il 27 ottobre si scioglierà la Consulta, quindi?
E’ la data in cui scadono i termini legislativi. Ma prima di allora abbiamo deciso di autoconvocarci di nuovo, perché enti e volontari necessitano di risposte urgenti proprio sul tema della rappresentanza: come farà d’ora in poi l’Unsc a mantenere un dialogo orizzontale con tutti i componenti del mondo del servizio civile se decade la Consulta e bisogna attendere chissà quanto tempo per un ‘nuovo’ luogo unico di confronto paventato dal gabinetto del ministro Andrea Riccardi? Dunque prima del 27 ci sarà un’altra riunione, aspettiamo la risposta dell’Ufficio nazionale per capire qual è la data migliore.

Con il rinvio al 2013 del bando annuale per la partenza dei giovani in servizio civile sembra essere calato il silenzio sull’importanza di tale strumento. È così?
Sì. Il rischio concreto è la disaffezione dei giovani: non nascondo un certo fastidio nel vedere come anche le attività meno onerose a livello economico vengano lasciate in secondo piano in questo momento dall’Unsc, che tra l’altro è da qualche mese accorpato nel Dipartimento della gioventù, con conseguente diminuzione di visibilità e libertà d’azione. Mi spiego meglio: con il precedente direttore si erano stabilite alcune attività da portare a termine appena possibile che ora sembrano svanite nel nulla. E non sto parlando di iniziative impegnative come la riforma della legge sul servizio civile, il cui dibattito è aperto da anni e che sicuramente, purtroppo, non vedrà la luce in questa legislatura.

Quali sono le azioni ‘dimenticate’dalle istituzioni che si occupano di servizio civile?
In sede di Consulta si era deciso di presentare all’Unione europea un documento che valorizzasse l’importanza del servizio civile italiano, ma di questo non si parla più da tempo, nonostante anche il sottosegretario di Stato Paolo Peluffo abbia rimarcato l'importanza di sollevare a livello europeo il tema. Ancora, ogni anno viene organizzata la Settimana della donazione del sangue dei volontari in servizio, ma ad oggi per il 2012 non si sa nulla. Altro esempio, nel decreto legge Fornero sul mercato del lavoro si era inserito il servizio civile come strumento di educazione informale da valorizzare con crediti spendibili a livello lavorativo, ma tale intenzione è rimasto per ora un semplice comma senza indicazioni pratiche per gli enti, con il rischio di rimanere tale fino alla conversione in legge del decreto, che avverrà si presume entro fine anno. È chiaro che si tratta di questioni non centrale per la salvaguardia del servizio civile, ma sono praticamente a costo zero e sono comunque importanti perché dimostrerebbero un segno di attenzione del governo verso il servizio civile: al di là delle belle parole, quello che chiediamo ora sono i fatti. Anche perché la legislatura volge al termine, e si sa che più si avvicina la data meno si riesce a concludere.


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