Economia
Dal 2010 +4,9 di occupazione
Claudia Fiaschi sul decreto start up: «Positivo che siano state inserite le cooperative»
Un giudizio soddisfatto sul decreto start up varato ieri dal Governo. All’incontro di presentazione della prossima Convention di Cgm a Mantova (10-12 ottobre) inevitabile che il discorso cada sul tema. Ne parla Claudia Fiaschi, la presidente del Gruppo. «Rischiavamo che le cooperative restassero fuori come categoria dalle strt up. Invece con un lavoro di pressing siamo riusciti a farle rientrare. E va ritenuto un successo. Per il resto il decreto stringe più sull’innovazione tecnologica che su quella sociale».
Cgm arriva all’appuntamento della Convention con un numeri significativi: in particolare quello dell’occupazione, che ha toccato i 44.200 addetti con un + 4,9% rispetto al 2010. Quindi si affaccia al 2013 confermando la propria natura di organizzazione capace di creare e conservare lavoro pur in un contesto di stasi economica, a fronte di risorse in calo e sollecitazioni che si moltiplicano, e affermando all’interno della rete una forte vocazione all’innovazione. Storicamente caratterizzato nei suoi 25 anni di vita da una significativa omogeneità del modello d’impresa (le cooperative sociali) e dei settori d’intervento (produzione di servizi sociali e percorsi di inserimento lavorativo), CGM registra nella fase più recente del suo ciclo di vita un superamento dei tradizionali schemi di azione. Questa evoluzione favorisce progetti che si collocano ai confini della cooperazione sociale, sperimentando nuove forme di governance di comunità e modalità societarie, organizzative e produttive di creazione del bene comune, di integrazione tra imprenditorialità e socialità. Si tratta di 65 modelli “ibridi” in fase di start up, promossi all’interno della rete CGM al fine di perseguire una pluralità di obiettivi: strutturare in modo più stringente i legami di rete, affermarsi in nuovi mercati, proporre nuovi prodotti, ristrutturare servizi tradizionali e relative filiere, dare corpo a progetti di sviluppo comunitario.
Questi nuovi modelli, da soli, hanno registrato investimenti superiori ai 54 milioni di euro, pari al 14% dei 335.689.198 milioni di euro complessivi relativi ai consorzi e alle cooperative del Gruppo nel 2010. Si tratta di start up che possono avere forme giuridiche diverse da quelle cooperative (per es. Fondazioni, Società per Azioni, Società a Responsabilità Limitata ecc.) e operano in ambiti differenti da quelli tradizionali: housing sociale, cura e sanità leggera, green economy, turismo sociale, logistica e trasporti. «A 25 anni dalla nascita, CGM lancia nel mercato dei beni comuni nuovi strumenti d’impresa che rappresentano gli ingredienti del nostro futuro più prossimo», spiega il consigliere delegato Stefano Granata. «CGM continua a svolgere un ruolo di primo piano nel rilancio del Paese, interpretandolo al meglio per lo sviluppo economico e sociale. La nostra capacità emergente di generare il nuovo favorirà il rafforzamento di alleanze e collaborazioni con altre forme cooperative e con il mondo for profit per affrontare le sfide complesse di domani».
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