Welfare

Carceri Turchia: morto numero 35

Lo sciopero della fame dei prigionieri turchi e dei loro famigliari ha mietuto l'ennesima vittima. L'obiettivo del ventunenne deceduto: sensibilizzare il mondo sul regime carcerario turco

di Paolo Manzo

La protesta contro il nuovo regime carcerario a isolamento rafforzato ha mietuto questa mattina a Istanbul una nuova vita, la trentacinquesima. Abdulbari Yusufoglu, di 21 anni, è morto dopo 137 giorni di digiuno in una casa nella parte europea della città. Ciò che sconvolge di più è che il ragazzo non era un detenuto ma aveva scontato una breve pena nel 1999, nella prigione di Bergama, località turistica della Turchia occidentale. Lo sciopero della fame dei prigionieri turchi definiti “terroristi” dal governo di Ankara, è iniziata nell’ottobre 2000, per decisione di parecchie centinaia di detenuti, in segno di protesta contro una riforma che istituisce prigioni con celle pensate per un massimo di tre detenuti, dette di “tipo F”, in sostituzione dei dormitori. I detenuti sostengono che l’isolamento nelle nuove prigioni li espone eccessivamente ai maltrattamenti, riducendone la possibilità di socializzazione.


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