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Decapitati i Comitati Etici

Comolli: secondo il Governo dovranno scendere da 269 a 60 circa. Bisogna fermare il provvedimento

di Gian Maria Comolli

Durante il Consiglio dei Ministri del 5 settembre 2012 si è discusso il Testo del Decreto Legge “Balduzzi”. Nel Decreto, in poche righe, è stata inserita la drastica riduzione dei Comitati Etici della Ricerca Clinica: «numero massimo di 1 per milione di abitanti» (cfr. art. 12 comma 6), quindi secondo il Governo dovranno scendere dagli attuali 269 a circa 60.
Con questa incomprensibile e gravissima decisione del Governo spariranno le attuali tutele della salute, degli interessi e della dignità del malato arruolato in una sperimentazione clinica, conquistate in decenni e si potrebbero rivivere drammatici casi del passato; il caso Talimonide alle gravide: docet!
 
La finalità del Comitato Etico della Ricerca clinica, è quella di difendere e di salvaguardare gli “interessi” del malato arruolato, come richiesto dalla Dichiarazione di Helsinki (cfr. 5) e da tutta normativa mondiale, europea ed italiana. E questo avviene attraverso lo scrupoloso esame dei molteplici aspetti etici, scientifici, medici e giuridici che compongono una sperimentazione clinica.
Con un’impostazione che concentra tanto lavoro in poche persone, gli interessi del soggetto partecipante alla sperimentazione clinica prevarranno ancora su quelli della scienza, della società e delle industrie farmaceutiche? G. Grob, ispettore della Food and Drug Administration (FDA), si chiede: «i molti protocolli da esaminare in una riunione non fanno correre il rischio di una valutazione portata avanti con poca attenzione e con superficialità?».

La mia esperienza di 18 anni in questo settore come responsabile della segreteria tecnico-scientifica del comitato etico dell’ospedale san Giuseppe di Milano e poi presidente, e quella di sei anni da presidente del Comitato Etico dell’Azienda Ospedaliera di Melegnano (Mi), oltre la profonda professionalità e competenza di tutti coloro con cui ho avuto la possibilità di collaborare, mi inducono ad affermare che è un errore gravissimo concentrare in poche persone tanto lavoro, come sta orientandosi il Decreto Legge.

Inoltre, ci troviamo di fronte alla maggioranza degli sperimentatori impreparati nei confronti del settore sperimentale, a volte succubi delle industrie farmaceutiche.
Da ultimo, non possiamo dimenticare che il numero attuale di Comitati Etici è sempre segno di reale pluralismo e di un’autentica volontà di confronto soprattutto nei riguardi delle tematiche “particolarmente sensibili”, allontanando anche la tentazione, spesso nascosta o occulta, di imporre un pensiero ideologico particolare, circostanza molto pericolosa in questo settore.

È importante che questo problema sia conosciuto dagli addetti ai lavori e dall’opinione pubblica e insieme si possa influire per bloccare questo provvedimento che è a vantaggio delle industrie farmaceutiche e a svantaggio e a danno del fragile e del sofferente che chiedono la nostra massima attenzione e solidarietà.

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