Welfare

Pancalli: «Londra non è un punto di arrivo»

L'intervento del presidente del Comitato Paralimpico per Vita.it in vista della chiusura di Londra2012: «Presto avvieremo collaborazione con i centri di riabilitazione e le scuole». Obiettivo: migliorare le 21 medaglie raccolte fino ad oggi

di Luca Pancalli

Un primo bilancio positivo Londra lo ha fatto segnare. Per la prima volta da Seul, cioè dalla Paralimpiade che, a mio avviso, rappresenta il passaggio alla Paralimpiade moderna, abbiamo portato il maggior numero di qualificati. A 24 anni di distanza ritorniamo ai fasti di un tempo e questo è già un grande risultato. Il risultato ancor più grande, però, è aver saputo intercettare le speranze e le aspirazioni atletiche di ragazzi che hanno incontrato nella loro vita la sfortuna.

Londra ha visto protagoniste le singole Federazioni e non più il Comitato. Un banco di prova per comprendere quanto abbia funzionato questa responsabilità affidata da, un lato, alle neonate Federazioni Paralimpiche e, dall'altro, alle Federazioni Olimpiche. Dal momento che ritengo che Londra non sia un punto di arrivo, ma un ulteriore momento di verifica per il futuro, è chiaro che da lì dobbiamo essere proiettati nel continuare a percorrere la strada che abbiamo intrapreso, non dimenticando mai, anzi, rafforzando sempre di più le nostre energie e i nostri sforzi sull'aspetto promozionale, affinché il Comitato, svincolato dalla responsabilità della preparazione delle squadre – affidate alle Federazioni Olimpiche e Paralimpiche – possa sviluppare sempre di più quei progetti che abbiamo messo in piedi.

Penso, ad esempio, alla collaborazione con le unità spinali, i centri di riabilitazione, i centri di avviamento allo sport paralimpico, al rapporto con la scuola, che va sicuramente rafforzato, anche se ci sono tutti i presupposti affinché ciò sia possibile. Presupposti confermati dagli incontri che ho avuto con il Ministro Piero Gnudi, al quale siamo grati per averci supportato nel riconoscimento del finanziamento a nostro favore, una cifra che può sembrare grande quella elargita dal Governo ma che, se consideriamo quanto incida la crescita del movimento paralimpico sotto l'aspetto sociologico, comporta dei risparmi dal punto di vista sanitario e riabilitativo.

A questo si aggiunga il discorso con l'Inail, partner fondamentale per quanto riguarda la parte promozionale. Dobbiamo rinforzare il neonato rapporto con i Gruppi Sportivi Militari, anche sotto l'aspetto del futuro professionale e lavorativo di quegli atleti che sono entrati a far parte di tali gruppi sportivi. E' evidente, quindi, che dobbiamo portare a compimento una serie di aspetti che, a mio avviso, sono strategici nello sviluppo del movimento paralimpico.


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