Mondo
“Fuga dei muscoli”: 7 camerunesi scompaiono dal Villaggio olimpico
Cinque pugili, un nuotatore e un calciatore hanno fatto perdere le loro tracce approfittando del visto sportivo. Scatta la denuncia, mentre l'Africa riflette su un fenomeno sempre più diffuso
Non si sa se abbiano preso spunto dalla mitica squadra di calcio di "Fuga per la vittoria", o se sia stato semplicemente un piano nato dalla disperazione. O dalla voglia di futuro. Fatto sta che, con la denuncia inoltrata il 7 agosto al Comitato Olimpico Internazionale dai responsabili della Delegazione Olimpica camerunense, quella che era una questione sportivo-politica tenuta sottotraccia è diventata palese: sette atleti della squadra camerunese sono scomparsi. Volontariamente "évaporés", dice il documento, dal ritiro e fuggiti di soppiatto "da qualche parte in Europa". L'identità degli scomparsi? Cinque pugili, un nuotatore e un calciatore.
La notizia è stata riportata e approfondita da Jeune Afrique, che partendo da questo caso clamoroso ha acceso i riflettori su una triste realtà che – anche a livelli meno noti di quelli olimpici – "colpisce" tante federazioni sportive africane, quella della "fuga dei muscoli". Così viene definita, facendo il verso alla molto più europea "fuga di cervelli", l'emorragia di atleti che in modo legale o – come in questo caso – clandestino abbandonano i loro Paesi d'origine per cercare gloria, medaglie o semplicemente sicurezza in Paesi occidentali.
Ma torniamo alla fuga da Londra 2012. Le autorità camerunensi, subito coinvolte dai responsabili della loro Delegazione, hanno chiesto aiuto al Comitato organizzatore di Londra per "ritrovare" i loro sportivi scomparsi. Il quale Comitato ha passato la pratica a Scotland Yard, che però al momento può fare ben poco: i visti accordati a tutti gli atleti presenti alle Olimpiadi sono infatti validi fino al 31 novembre 2012, e quindi i sette sportivi che hanno disertato il villaggio olimpico dandosi alla macchia non sono in nessun modo fuori legge. Pratica rimandata al mittente.
Bel guaio per le autorità camerunesi delegate a gestire la sicurezza della delegazione olimpica, e che hanno subito cercato di correre ai ripari con metodi discutibili: «I passaporti e tutti gli altri documenti d'identità di tutti gli atleti della nostra delegazione sono stati ritirati e sono in custodia presso lo staff amministrativo della Delegazione», dice un comunicato. In pratica, la squadra camerunese è confinata nei propri alloggi fino a nuovo ordine.
Bocche cucite (o quasi) sulla vicenda, che però all'interno della delegazione camerunese – così come in tante altre squadre africane – è vissuta come un fatto abituale, che non desta più di tanta sorpresa. "Fughe" di questo tipo si verificano infatti – se pur non in modo così massiccio – praticamente in occasione di ogni appuntamento sportivo internazionale. «Sono 16 anni che alleno la squadra olimpica di boxe», si lascia sfuggire Bertrand Magloire Mendouga, presidente della Federazione della boxe camerunese, «e incidenti di questo tipo sono successi durante qualsiasi olimpiade: 12, 8, 4 anni fa e anche questa volta». Arrabbiato? Rassegnato, e quasi contento che i suoi "ragazzi" siano andati in cerca di fortuna. «Il problema è che giustamente questi ragazzi pensano al loro futuro. Fin da ragazzini hanno donato la loro fatica, il loro impegno, si può dire tutta la loro vita al Camerun, a dare lustro al proprio Paese, e che cosa ottengono in cambio? Che cosa fa il Camerun per garantirgli un futuro?».
«È il segnale, clamoroso, di come lo sport camerunese sia malato, come è malato quasi tutto lo sport africano», rincara la dose Hervé Emmanuel Nkom, ex dirigente della squadra di calcio della Dynamo di Douala e oggi politico di spicco del RDPC, il Rassemblement démocratique du peuple camerounais. «La notizia della fuga dei nostri 7 atleti mi rattrista, ma allo stesso tempo li comprendo. Sono giovani, vogliono avere un futuro, e solo così forse se lo possono costruire».
Per la cronaca: a oggi il Camerun, a Londra, ha conquistato zero medaglie.
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