Cultura

@tigella adesso cinguetta per il Sud Sudan

La star italiana di Twitter in visita ai progetti di Medici con l'Africa Cuamm: «Tutte le agenzie internazionali sono nella capitale, fuori solo i cooperanti»

di Claudia Vago

Ci sono incontri che sembrano nascere da complessi disegni, da predestinazione. Ci sono viaggi che iniziano in maniera inaspettata e che iniziano quando ancora non si sa nemmeno di essere in viaggio. Il mio viaggio in Sud Sudan è iniziato il giorno in cui ho accettato di incontrare Medici con l’Africa Cuamm per aiutarli a trovare modi migliori per raccontare al mondo, attraverso la Rete, le loro attività e il mondo di cui sono quotidianamente testimoni in uno dei continenti più nascosti al nostro sguardo. La mattina in cui ho preso il treno per Padova non sapevo ancora che, in realtà, mi stavo imbarcando per Juba, alla scoperta del più giovane Paese al mondo, nato appena un anno fa dalla secessione dal Sudan decisa attraverso un referendum, in seguito a una delle più lunghe e sanguinose guerre civili del continente africano.


Davanti a me si apriva la strada per scoprire uno dei continenti più difficili e complessi, quello che la nostra coscienza, sazia e sommersa di cose, fatica a vedere nella sua interezza. Sono partita per il Sud Sudan carica di curiosità e anche di paura, in qualche modo, per quello che avrei visto e incontrato, per come avrei guardato al mondo in cui vivo una volta ritornata. A meno di vivere sotto a una campana di vetro, è impossibile non sapere cosa sia l’Africa e quali siano i suoi problemi ma trovarsi di fronte alla quotidianità dell’Africa e dei suoi problemi, immersi in quella realtà, apre prospettive diverse allo sguardo. Così come è forte in me la consapevolezza di vivere in una parte di mondo molto più che privilegiata, dove il necessario non manca e il superfluo abbonda, ma dove si sono persi valori che rendono la vita più ricca e completa: la solidarietà, la cooperazione tra persone, il ruolo centrale degli anziani, il prendersi cura dei bambini…
L’arrivo a Juba è sorprendente: l’aeroporto internazionale è pieno di aerei ed elicotteri con i simboli delle Nazioni Unite e l’ufficio che concede i visti in ingresso nel Paese è caotico, caldo e umido ai limiti…
 

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