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Così fallisce un ospedale

Dopo 10 anni siamo ritornati ad Alzira nel primo ospedale che aprì alla privatizzazione della sanità pubblica spagnola. Sul numero dle mesile in uscita venerdì inchiesta-shock sul crack della Sanità spagnola

di Emanuela Borzacchiello

Lo slogan: migliorare il pubblico ricorrendo al privato. La formula: concessione amministrativa ad imprese di centri pubblici. Dieci anni fa dallo slogan e dalla formula nasce un modello, battezzato con il nome di Modello Alzira.

Alzira è la città catalana in cui nel gennaio del 1999 viene inaugurato il primo ospedale spagnolo, el hospital de la Ribera, che apre le danze alla privatizzazione della sanità pubblica nella penisola iberica. Tutti entusiasti e un’opinione pubblica galvanizzata dalla possibilità di gettarsi dietro le spalle le lunghe “liste di attesa”.

Un decennio più tardi siamo andati ad Alzira.

All’entrata dell’ospedale o camminando nei corridoi, non c’è nessun logo o cartello che indichi la tipologia di gestione o il nome dell’impresa a cui si potrebbe far riferimento, solo un cartello con la scritta ambigua: Consejería de Sanidad.

«La maggior parte dell’utenza dell’ospedale non sà che questo non è un ospedale pubblico» ci spiega Ana Lozano, studentessa al quarto anno di medicina che ci accompagna in questo particolare tour estivo e che partecipa a la Plataforma per la Millora i Defensa de la Sanitat Pública in Catalunia. «Non scrivere nulla, non porre etichette fa parte di una precisa strategia per non rendere visibile la differenze tra pubblico e privato e far in modo che il primo scompaia nel secondo. Ma non è solo questo: se la “propietà” è ambigua in caso di proteste o altro non si sa mai a chi poter fare riferimento», questa è l’analisi che ci passa Ana, e ci spiega che le differenze emergono nella gestione quotidiana della struttura: «i pazienti vengono dimessi in tempi record dopo un’operazione, così da lasciare posti liberi. La maggior parte del personale infermieristico è assunta con tipologie contrattuali atipiche. Fare l’infermiere è un lavoro pesante. Se sei vessato da un contratto lavorativo che non ti da diritti, che non ti concede turni di lavoro umani, anche se sei l’infermiere più bravo del mondo alla fine non hai più pazienza e tutta la stanchezza viene fuori molto prima. Immaginatevi, per esempio, cosa vuol dire lavorare in reparti dove ci sono malati terminali. Tutti i servizi non sanitari, dalla cucina al call center che si occupa di ricevere richieste e organizzare le visite per ciascun reparto, sono esternelizzati e si gioca al ribasso sulla qualità, soprattutto del cibo».

Non abbiamo la possibilità di fare domande al personale della struttura. Nessuno ci vuole rispondere, neanche in forma anonima. Il tour tra i corridoi e sale d’attesa ci da la senzazione di uno spazio assolutamente asettico, pesino nel reparto pediatria, dove per anni i psicologi infantili hanno ripetuto quanto sia necessario ricreare uno spazio familiare.

La principale fonte di finanziamento di questo modello è la Generalitat autonoma di Valenzia, che paga 571 euro all’anno per abitante. La Genaraliat è governata dal Partido Popular e negli ultimi mesi è sommersa dagli scandali che sono iniziati a partire proprio dai buchi di bilancio emersi nel sistema sanitario.

Per anni le associazioni, alcuni partiti e sindacati hanno chiesto di rendere pubblici i costi di questo modello, per capire se davvero il risparmio fosse maggiore. La mancanza di trasparenza non ha mai reso possibile una risposta. Nel 2011 interviene la commissione sanità del Congresso dei Deputati e richiede alle comunità autonome un “informe” sullo stato della questione.

Purtroppo, oggi, è la realtà a rispondere prima di qualsiasi documento informativo. La Generalitat non potrà più far fronte alle enormi spese richieste finanziarie di ospedali, scuole, residenze, entità sociali, gestiti da entità terze. Anche questa volta la trasparenza sui buchi di bilancio rimane un mistero. Il Departamento de Economía non ha reso pubblico l’importo esatto di quanto dovrebbe pagare alle imprese affidatarie dei servizi. Però basti pensare che solo negli ospedali pubblici a gestione privata, la Generalitat non pagherà più questo mese 345 milioni di euro.


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